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lasciarlo accanto a noi. Solo in questo modo possiamo combattere la malattia e la miseria che purtroppo ci accompagnano.
È semplice e facile da applicare.
Questo è quello che ho imparato da mia figlia.
Aggressività
I nostri figli malati hanno un cuore angelico, ma in certi momenti, sempre connessi con il loro ambiente di esposizione, dimostrano emozioni negative.
Questo, che i malati di paralisi cerebrale mostrano aggressività, non è una novità per le loro famiglie e le persone vicine alle famiglie. Essi, con i loro cuori angelici, si ribellarono alla prigione del corpo terreno, che paralizza e deforma la libertà delle loro belle anime.
Forse non mi esprimo esattamente, o forse riesco a capire bene solo quelle cose che personalmente ho testato da me ma credo che l’aggressività sia la loro ribellione contro il destino, e che la maggior parte delle volte sia provocata da una corrispondente reazione a ciò che li circonda – non di solito, dunque, a casa, dove sono alloggiati in modo permanente nel nido di famiglia – per strada o in un bar, per esempio, se mossa da solo, o se è accompagnata da altra persona.
Scrivo perché li voglio proteggere!
Vi prego di non rispondere mai male alla loro aggressività. Non lo meritano.
Sono diversi da noi e non potremo mai capire come pensano, come ragionano e perché lo fanno! Se avete bisogno di reagire, fatelo solo con il silenzio, le parole infatti in quel momento sono assolutamente inutili!
Provate piuttosto a sorridere, per rassicurarli, accarezzategli la testa, muovete la mano lungo il collo e la parte superiore della colonna vertebrale.
Ripetete il movimento più volte strofinato.
Nel 90% dei casi aiuta.
Provate a distrarli con qualcosa che si sa che gli piace.
Loro cambiano rapidamente il loro stato d’animo.
Poi si può parlare sempre con calma e delicatezza.
Non li picchiate! Vi prego!
Questo è un peccato!
Sintetizzo...
I nostri bambini con paralisi cerebrale non dovrebbero immagazzinare emozioni negative. Con loro non si devono condividere la tristezza, o i dolori, perché il loro modo di percepire è molto diverso dal nostro e tutto ciò che sta intorno viene assorbito in profondità nella loro mente.
Quello che succede dopo è diverso dalle persone sane e non sappiamo come potrà essere.
Non dovrebbero sentirsi abbandonati mai!
La loro medicina migliore, l’ho scritto prima, è sempre il rispetto e l’amore che noi gli dimostriamo!
La vita, però, non è un film o un teatro.
In famiglia succedono momenti difficili.
Viene altra gente, ci può essere via vai di gente. In questi brutti momenti, va bene metterli nella loro camera e lasciate qualcuno, magari un amico, per compagnia.
Spero che le abbiate, altrimenti fatevi prescrivere qualcosa di leggero per tranquillizzarli e spero che questo vi aiuterà per evitare aggressioni, con urla e tremore.
Nella mia famiglia succede che qualcuno vada via per lungo tempo.
Il mio consiglio è di spiegare a vostro bambino con tante parole il motivo per cui il padre o il fratello vanno via, quando torneranno, quanti giorni rimangono fuori e tanto altro.
Altrimenti le urla non finiscono mai.
Noi siamo il loro universo e loro lo vogliano bello e pieno d’amore.
Lo so che non è troppo facile, ma noi siamo forti e riusciamo a combattere le difficoltà nel destino famigliare.
Ho scritto che lavoro come volontaria nella Casa della Carità della Chiesa cattolica.
Tra gli ospiti della casa, come.......
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lasciarlo accanto a noi. Solo in questo modo possiamo combattere la malattia e la miseria che purtroppo ci accompagnano.
È semplice e facile da applicare.
Questo è quello che ho imparato da mia figlia.
Aggressività
I nostri figli malati hanno un cuore angelico, ma in certi momenti, sempre connessi con il loro ambiente di esposizione, dimostrano emozioni negative.
Questo, che i malati di paralisi cerebrale mostrano aggressività, non è una novità per le loro famiglie e le persone vicine alle famiglie. Essi, con i loro cuori angelici, si ribellarono alla prigione del corpo terreno, che paralizza e deforma la libertà delle loro belle anime.
Forse non mi esprimo esattamente, o forse riesco a capire bene solo quelle cose che personalmente ho testato da me ma credo che l’aggressività sia la loro ribellione contro il destino, e che la maggior parte delle volte sia provocata da una corrispondente reazione a ciò che li circonda – non di solito, dunque, a casa, dove sono alloggiati in modo permanente nel nido di famiglia – per strada o in un bar, per esempio, se mossa da solo, o se è accompagnata da altra persona.
Scrivo perché li voglio proteggere!
Vi prego di non rispondere mai male alla loro aggressività. Non lo meritano.
Sono diversi da noi e non potremo mai capire come pensano, come ragionano e perché lo fanno! Se avete bisogno di reagire, fatelo solo con il silenzio, le parole infatti in quel momento sono assolutamente inutili!
Provate piuttosto a sorridere, per rassicurarli, accarezzategli la testa, muovete la mano lungo il collo e la parte superiore della colonna vertebrale.
Ripetete il movimento più volte strofinato.
Nel 90% dei casi aiuta.
Provate a distrarli con qualcosa che si sa che gli piace.
Loro cambiano rapidamente il loro stato d’animo.
Poi si può parlare sempre con calma e delicatezza.
Non li picchiate! Vi prego!
Questo è un peccato!
Sintetizzo...
I nostri bambini con paralisi cerebrale non dovrebbero immagazzinare emozioni negative. Con loro non si devono condividere la tristezza, o i dolori, perché il loro modo di percepire è molto diverso dal nostro e tutto ciò che sta intorno viene assorbito in profondità nella loro mente.
Quello che succede dopo è diverso dalle persone sane e non sappiamo come potrà essere.
Non dovrebbero sentirsi abbandonati mai!
La loro medicina migliore, l’ho scritto prima, è sempre il rispetto e l’amore che noi gli dimostriamo!
La vita, però, non è un film o un teatro.
In famiglia succedono momenti difficili.
Viene altra gente, ci può essere via vai di gente. In questi brutti momenti, va bene metterli nella loro camera e lasciate qualcuno, magari un amico, per compagnia.
Spero che le abbiate, altrimenti fatevi prescrivere qualcosa di leggero per tranquillizzarli e spero che questo vi aiuterà per evitare aggressioni, con urla e tremore.
Nella mia famiglia succede che qualcuno vada via per lungo tempo.
Il mio consiglio è di spiegare a vostro bambino con tante parole il motivo per cui il padre o il fratello vanno via, quando torneranno, quanti giorni rimangono fuori e tanto altro.
Altrimenti le urla non finiscono mai.
Noi siamo il loro universo e loro lo vogliano bello e pieno d’amore.
Lo so che non è troppo facile, ma noi siamo forti e riusciamo a combattere le difficoltà nel destino famigliare.
Ho scritto che lavoro come volontaria nella Casa della Carità della Chiesa cattolica.
Tra gli ospiti della casa, come.......
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