venerdì 10 luglio 2020

52 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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lasciarlo accanto a noi. Solo in questo modo possiamo combattere la malattia e la miseria che purtroppo ci accompagnano. 
È semplice e facile da applicare. 
Questo è quello che ho imparato da mia figlia. 

                      Aggressività 

I nostri figli malati hanno un cuore angelico, ma in certi momenti, sempre connessi con il loro ambiente di esposizione, dimostrano emozioni negative. 
Questo, che i malati di paralisi cerebrale mostrano aggressività, non è una novità per le loro famiglie e le persone vicine alle famiglie. Essi, con i loro cuori angelici, si ribellarono alla prigione del corpo terreno, che paralizza e deforma la libertà delle loro belle anime. 
Forse non mi esprimo esattamente, o forse riesco a capire bene solo quelle cose che personalmente ho testato da me ma credo che l’aggressività sia la loro ribellione contro il destino, e che la maggior parte delle volte sia provocata da una corrispondente reazione a ciò che li circonda – non di solito, dunque, a casa, dove sono alloggiati in modo permanente nel nido di famiglia – per strada o in un bar, per esempio, se mossa da solo, o se è accompagnata da altra persona. 
Scrivo perché li voglio proteggere! 
Vi prego di non rispondere mai male alla loro aggressività. Non lo meritano. 
Sono diversi da noi e non potremo mai capire come pensano, come ragionano e perché lo fanno! Se avete bisogno di reagire, fatelo solo con il silenzio, le parole infatti in quel momento sono assolutamente inutili! 
Provate piuttosto a sorridere, per rassicurarli, accarezzategli la testa, muovete la mano lungo il collo e la parte superiore della colonna vertebrale. 
Ripetete il movimento più volte strofinato. 
Nel 90% dei casi aiuta. 
Provate a distrarli con qualcosa che si sa che gli piace. 
Loro  cambiano rapidamente il loro stato d’animo. 
Poi si può parlare sempre con calma e delicatezza. 
Non li picchiate! Vi prego! 
Questo è un peccato!
                           
                           Sintetizzo... 

I nostri bambini con paralisi cerebrale non dovrebbero immagazzinare emozioni negative. Con loro non si devono condividere la tristezza, o i dolori, perché il loro modo di percepire è molto diverso dal nostro e tutto ciò che sta intorno viene assorbito in profondità nella loro mente. 
Quello che succede dopo è diverso dalle persone sane e non sappiamo come potrà essere. 
Non dovrebbero sentirsi abbandonati mai! 
La loro medicina migliore, l’ho scritto prima, è sempre il rispetto e l’amore che noi gli dimostriamo! 
La vita, però, non è un film o un teatro. 
In famiglia succedono momenti difficili. 
Viene altra gente, ci può essere via vai di gente. In questi brutti momenti, va bene metterli nella loro camera e lasciate qualcuno, magari un amico, per compagnia. 
Spero che le abbiate, altrimenti fatevi prescrivere qualcosa di leggero per tranquillizzarli e spero che questo vi aiuterà per evitare aggressioni, con urla e tremore. 
Nella mia famiglia succede che qualcuno vada via per lungo tempo. 
Il mio consiglio è di spiegare a vostro bambino con tante parole il motivo per cui il padre o il fratello vanno via, quando torneranno, quanti giorni rimangono fuori e tanto altro. 
Altrimenti le urla non finiscono mai. 
Noi siamo il loro universo e loro lo vogliano bello e pieno d’amore. 
Lo so che non è troppo facile, ma noi siamo forti e riusciamo a combattere le difficoltà nel destino famigliare. 
Ho scritto che lavoro come volontaria nella Casa della Carità della Chiesa cattolica. 
Tra gli ospiti della casa, come.......

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