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o due giovani, a turno, si occupano di prendere il cibo.
Altri giovani fanno servizio per preparare i tavoli e servire.
Usano utensili di plastica che non sono pericolosi e si risparmia l’acqua per lavarli.
Tutti i giovani hanno la propria tazza privata
– una più bella di un’altra
– e sono tutte disposte in un apposito armadio. Non ci sono due bicchieri identici.
Non sono di vetro, sono di plastica, e sappiamo perché.
Dopo pranzo, i ragazzi da soli sparecchiano e puliscono i tavoli.
Durante il pranzo i ragazzi sono divisi in due stanze diverse
– auto-sufficienti e non
– è meglio per loro: i giovani infatti si fanno compagnia, scherzano e ridono.
Dopo pranzo di novo continua il programma con diverse attività.
La merenda è intorno alle 16:00.
Nei giorni caldi i giovani possono andare al bar o al negozio e prendere quello che vogliono, naturalmente con i soldi dal centro.
Questa è parte della formazione: come comportarsi in pubblico, come mangiare e tutto quello che dovete fare per essere uguali agli altri.
Se piove o è la giornata fredda, nel centro possono trovare succhi di frutta, tè, dolci, torte e biscotti.
In giorni diversi, i giovani divisi in gruppi visitano la piscina, fanno cure specialistiche, o lavorano qualche oretta fuori dal centro.
Poi mangiano in un ristorante o al bar, è ancora una volta un modo per imparare a far fronte alla vita sociale; ovviamente non sono mai soli, con loro hanno sempre almeno due insegnanti e usano, quando serve, i pulmini del centro diurno.
Nel centro diurno lavorano 10-12 dipendenti impegnati direttamente con i giovani; lavorano in due turni, mattina e pomeriggio, ma a mezzogiorno sono entrambi presenti per aiutare i ragazzi non auto-sufficienti.
Ogni giorno nel centro ci sono circa dai 12 ai 15 giovani.
Ci sono due o tre di loro tutti i 5 giorni della settimana lavorativa.
Altri di loro vengono 2, 3 o 4 volte a settimana. Questo lo determina l’assistente sociale del ragazzo e la responsabile del centro diurno.
Con qualsiasi nuovo arrivato, si parte da due giorni la settimana.
Ci sono giovani che visitano solo un giorno il centro diurno: sono ragazzi che visitano due o tre centri diurni in diversi giorni della settimana.
Semplice aritmetica dimostra, che in qualsiasi momento della giornata per ogni due – raramente tre – ragazzi, se ne prende cura uno solo del personale: il sistema delle vetrate, infatti, permette di esercitare un controllo visivo continuato e immediato.
Quando gli operatori si danno il cambio, si comunicano eventuali problemi con i ragazzi, chi è andato in bagno oppure no, quali ragazze hanno le mestruazione, quando sono stati cambiati i pannolini, altri problemi psichici o di salute.
Quando viene un nuovo ragazzo, la mamma viene e sta tre giorni con lui, perché non si senta male ma anche perché possa vedere come si comportano gli insegnanti, come lavorano con una nuova persona.
Dall’altra parte, gli operatori imparano le abitudini del ragazzo, capiscono cosa può fare oppure no e come possono intervenire. Importante è anche la presentazione che il ragazzo fa di sé quando è possibile. Principalmente lavorano sulla creazione di autonomia:
bere acqua da soli,
come nutrirsi,
come comunicare le proprie esigenze e così via. Voglio scrivere ogni dettaglio di questa esperienza perché è molto importante e spero possa essere un bagliore di luce per tanti altri nella stessa situazione.
Sentirò così di aver contribuito anche io con qualcosa di buono per le nostre anime angeliche.
Ho scritto che i ragazzi non visitano ogni giorno della settimana la “scuola” come lo chiamiamo a casa.
Essi sono spesso molto malati e queste giornate molto stancanti, perciò
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o due giovani, a turno, si occupano di prendere il cibo.
Altri giovani fanno servizio per preparare i tavoli e servire.
Usano utensili di plastica che non sono pericolosi e si risparmia l’acqua per lavarli.
Tutti i giovani hanno la propria tazza privata
– una più bella di un’altra
– e sono tutte disposte in un apposito armadio. Non ci sono due bicchieri identici.
Non sono di vetro, sono di plastica, e sappiamo perché.
Dopo pranzo, i ragazzi da soli sparecchiano e puliscono i tavoli.
Durante il pranzo i ragazzi sono divisi in due stanze diverse
– auto-sufficienti e non
– è meglio per loro: i giovani infatti si fanno compagnia, scherzano e ridono.
Dopo pranzo di novo continua il programma con diverse attività.
La merenda è intorno alle 16:00.
Nei giorni caldi i giovani possono andare al bar o al negozio e prendere quello che vogliono, naturalmente con i soldi dal centro.
Questa è parte della formazione: come comportarsi in pubblico, come mangiare e tutto quello che dovete fare per essere uguali agli altri.
Se piove o è la giornata fredda, nel centro possono trovare succhi di frutta, tè, dolci, torte e biscotti.
In giorni diversi, i giovani divisi in gruppi visitano la piscina, fanno cure specialistiche, o lavorano qualche oretta fuori dal centro.
Poi mangiano in un ristorante o al bar, è ancora una volta un modo per imparare a far fronte alla vita sociale; ovviamente non sono mai soli, con loro hanno sempre almeno due insegnanti e usano, quando serve, i pulmini del centro diurno.
Nel centro diurno lavorano 10-12 dipendenti impegnati direttamente con i giovani; lavorano in due turni, mattina e pomeriggio, ma a mezzogiorno sono entrambi presenti per aiutare i ragazzi non auto-sufficienti.
Ogni giorno nel centro ci sono circa dai 12 ai 15 giovani.
Ci sono due o tre di loro tutti i 5 giorni della settimana lavorativa.
Altri di loro vengono 2, 3 o 4 volte a settimana. Questo lo determina l’assistente sociale del ragazzo e la responsabile del centro diurno.
Con qualsiasi nuovo arrivato, si parte da due giorni la settimana.
Ci sono giovani che visitano solo un giorno il centro diurno: sono ragazzi che visitano due o tre centri diurni in diversi giorni della settimana.
Semplice aritmetica dimostra, che in qualsiasi momento della giornata per ogni due – raramente tre – ragazzi, se ne prende cura uno solo del personale: il sistema delle vetrate, infatti, permette di esercitare un controllo visivo continuato e immediato.
Quando gli operatori si danno il cambio, si comunicano eventuali problemi con i ragazzi, chi è andato in bagno oppure no, quali ragazze hanno le mestruazione, quando sono stati cambiati i pannolini, altri problemi psichici o di salute.
Quando viene un nuovo ragazzo, la mamma viene e sta tre giorni con lui, perché non si senta male ma anche perché possa vedere come si comportano gli insegnanti, come lavorano con una nuova persona.
Dall’altra parte, gli operatori imparano le abitudini del ragazzo, capiscono cosa può fare oppure no e come possono intervenire. Importante è anche la presentazione che il ragazzo fa di sé quando è possibile. Principalmente lavorano sulla creazione di autonomia:
bere acqua da soli,
come nutrirsi,
come comunicare le proprie esigenze e così via. Voglio scrivere ogni dettaglio di questa esperienza perché è molto importante e spero possa essere un bagliore di luce per tanti altri nella stessa situazione.
Sentirò così di aver contribuito anche io con qualcosa di buono per le nostre anime angeliche.
Ho scritto che i ragazzi non visitano ogni giorno della settimana la “scuola” come lo chiamiamo a casa.
Essi sono spesso molto malati e queste giornate molto stancanti, perciò
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