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Curare i nostri figli, fratelli o sorelle, non significa solo dar da mangiare, vestire e pulire. Appoggiarsi ai tre pilastri dello spirito umano è fondamentale per fortificare il nostro e il loro psichico quotidiano.
Se per noi gente comune i tre pilastri dello spirito sono, in ordine, fede, speranza, amore, per i nostri angeli sembrano invece essere: amore, fede e speranza.
Caratteristica fondamentale della loro psiche, infatti, è l’amore.
Sono come buchi neri per l’amore, vogliono sempre di più e più attenzioni, ed emozioni positive.
Comunicare con loro si basa sulla dimostrazione e comprensione, per loro, di affetto, empatia e amore.
Assorbono ogni sorriso, attenzione, abbraccio, bacio o gesto amichevole e vogliono di più e di più. Con essi si può parlare e si può fare qualcosa solo con il linguaggio dell’amore. Quando abbiamo le riunioni nel centro diurno, i giovani che sono autonomi ci aspettano alla porta.
Tutti vogliono ottenere la loro porzione di amore, incontrando e assorbendo la buona energia.
Così sono “programmati”. La natura ha tolto molto, ma ha dato loro calore umano e bontà, centinaia di volte più che a noi che ci sentiamo normali.
Cari miei lettori, quando incontrate per la strada alcuni dei nostri malati, dimostrateglielo e date loro amore, loro vi restituiranno la buona energia che vi aiuterà per i tanti giorni a venire. Scrivo per le famiglie che hanno malati di paralisi cerebrale, ma questo discorso si applica a tutte le persone, grandi e piccole, giovani e vecchie.
Dovremmo essere più buoni e dare affetto e calore al mondo intorno a noi, come con noi fanno i nostri angeli.
Vorrei che il mio libro lo leggessero i medici e gli operatori nelle case in cui sono alloggiati questi bambini e giovani, gli addetti alla riabilitazione e il personale medico che servono questi pazienti, i parenti e gli amici dei pazienti e le loro famiglie, con una parola, tutti coloro che sono coinvolti in qualche misura con il problema della paralisi cerebrale.
I nostri bambini hanno una grande voglia di stare con gli altri, vogliano amore e rispetto da più persone... sane, diciamo. Questa è loro principale caratteristica spirituale. Io accetto tutto questo, perché penso – no, sono sicura – che questo sia punto un punto di partenza e su cui appoggiarsi e lavorare per andare avanti con loro.
L’ho visto mille volte in quaranta anni di vita e lavoro con mia figlia; capisco che noi umani abbiamo bisogno di rispetto, amore, considerazione, per loro, però, questo deve essere al 100%.
Noi sani e normali possiamo dire “Quello non mi rispetta, non mi vuole bene... e di questo allora non me ne frega nulla”, loro però sono “programmati” un po’ diversamente e prendono queste emozioni profondamente, diventano un male per loro e si sentono sfortunati.
Per vivere con loro, per lavorare, per sviluppare il loro spirito e il loro potenziale, devono sapere, devono sentire, devono essere sicuri che la persona vicino a loro gli vuole bene.
Se no con loro non si può lavorare e vanno sempre più giù.
Grazie a Dio e alla Madonna, che mi danno la forza per scrivere questo libro, spero di aiutare qualche famiglia e i loro angeli, affinché possano portare la loro vita avanti! I malati di paralisi cerebrale hanno anime ricche, diverse dai loro coetanei.
Hanno anime e spirito di poeti, musicisti, pittori. Danno amore, diffondono per lo spazio tanta buona, pulita e lucida energia e cercano solo qualcuno che la voglia prendere.
Avete capito cosa volevo scrivere?
Dobbiamo accettare che
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Curare i nostri figli, fratelli o sorelle, non significa solo dar da mangiare, vestire e pulire. Appoggiarsi ai tre pilastri dello spirito umano è fondamentale per fortificare il nostro e il loro psichico quotidiano.
Se per noi gente comune i tre pilastri dello spirito sono, in ordine, fede, speranza, amore, per i nostri angeli sembrano invece essere: amore, fede e speranza.
Caratteristica fondamentale della loro psiche, infatti, è l’amore.
Sono come buchi neri per l’amore, vogliono sempre di più e più attenzioni, ed emozioni positive.
Comunicare con loro si basa sulla dimostrazione e comprensione, per loro, di affetto, empatia e amore.
Assorbono ogni sorriso, attenzione, abbraccio, bacio o gesto amichevole e vogliono di più e di più. Con essi si può parlare e si può fare qualcosa solo con il linguaggio dell’amore. Quando abbiamo le riunioni nel centro diurno, i giovani che sono autonomi ci aspettano alla porta.
Tutti vogliono ottenere la loro porzione di amore, incontrando e assorbendo la buona energia.
Così sono “programmati”. La natura ha tolto molto, ma ha dato loro calore umano e bontà, centinaia di volte più che a noi che ci sentiamo normali.
Cari miei lettori, quando incontrate per la strada alcuni dei nostri malati, dimostrateglielo e date loro amore, loro vi restituiranno la buona energia che vi aiuterà per i tanti giorni a venire. Scrivo per le famiglie che hanno malati di paralisi cerebrale, ma questo discorso si applica a tutte le persone, grandi e piccole, giovani e vecchie.
Dovremmo essere più buoni e dare affetto e calore al mondo intorno a noi, come con noi fanno i nostri angeli.
Vorrei che il mio libro lo leggessero i medici e gli operatori nelle case in cui sono alloggiati questi bambini e giovani, gli addetti alla riabilitazione e il personale medico che servono questi pazienti, i parenti e gli amici dei pazienti e le loro famiglie, con una parola, tutti coloro che sono coinvolti in qualche misura con il problema della paralisi cerebrale.
I nostri bambini hanno una grande voglia di stare con gli altri, vogliano amore e rispetto da più persone... sane, diciamo. Questa è loro principale caratteristica spirituale. Io accetto tutto questo, perché penso – no, sono sicura – che questo sia punto un punto di partenza e su cui appoggiarsi e lavorare per andare avanti con loro.
L’ho visto mille volte in quaranta anni di vita e lavoro con mia figlia; capisco che noi umani abbiamo bisogno di rispetto, amore, considerazione, per loro, però, questo deve essere al 100%.
Noi sani e normali possiamo dire “Quello non mi rispetta, non mi vuole bene... e di questo allora non me ne frega nulla”, loro però sono “programmati” un po’ diversamente e prendono queste emozioni profondamente, diventano un male per loro e si sentono sfortunati.
Per vivere con loro, per lavorare, per sviluppare il loro spirito e il loro potenziale, devono sapere, devono sentire, devono essere sicuri che la persona vicino a loro gli vuole bene.
Se no con loro non si può lavorare e vanno sempre più giù.
Grazie a Dio e alla Madonna, che mi danno la forza per scrivere questo libro, spero di aiutare qualche famiglia e i loro angeli, affinché possano portare la loro vita avanti! I malati di paralisi cerebrale hanno anime ricche, diverse dai loro coetanei.
Hanno anime e spirito di poeti, musicisti, pittori. Danno amore, diffondono per lo spazio tanta buona, pulita e lucida energia e cercano solo qualcuno che la voglia prendere.
Avete capito cosa volevo scrivere?
Dobbiamo accettare che
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