mercoledì 22 luglio 2020

ДЕТСКА ЦЕРЕБРАЛНА ПАРАЛИЗА БЕБЕ НА 44

Скъпи стари родители на бебета над 40 години ,знам колко е трудно . 
Орисията ни е ужасна . 
Да си помислим  какво пък чувстват нашите бебета на 44 години като моето . Къса ми се съцето .
Вие как се справяте ? . 
Бих искала да сте запазили семейството си , за да не сте сами с вашият ангел в земно тяло , което не е по мярка на ангелската душица . 
Винаги казвам , че когато   Детската церебрална парализа се настани завинаги в едно семейство , има  две тежки битки 
- с болестта 
- със проблема да запазите семейството цяло .
Двете битки са еднакво трудни .
Първата битка водите докато сте  живи .
Втората битка  - семейството - никой от моите познати не е  спечелил .
Бабите  казваха „ Повивали са го с чер 
повой “
Едно време новородените се завиваха в пелени и се стягаха с памучна лента , която се наричаше повой . Тя обикновено беше бяла , но имаше и други цветове . Черен повой не се използвзше . Смяташе се , че носи нещастие на новороденото .

От там и поговорката .
Ние и нашите деца  сме от тези които са повивани с чер повой !
Мили родители на деца с Деска церебрална парализа , да се помолим на  Бог да сме силни в теглото !
Амин !

mercoledì 15 luglio 2020

PARALISI CEREBRALI CORAGGIO ECCO I LIBRO

Cari lettori , 
in posting precedenti ho messo in vedere  mio libro 
" Con paralisi cerebrale  la vita  continua "
Il libro è uscito in librerie in  Italia  giugno  2020 . 
Se qualcuno lo vuogle avere a casa  lo può comprare  in sito , che ho messo sotto ,o nelle librerie in  Italia .

https://www.ibs.it/libri/autori/dimka

Altrimenti , piano piano metterò in vedere  anche   due libri nel  mio  blog -


https://moiataazbuca.blogspot.com che si chiama  "Sole - Слънце "


Grazie , che siete miei lettori !

Dimka 

martedì 14 luglio 2020

114 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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trazione e rilassamento dei muscoli: mia figlia lo possiede parzialmente. 
Quando stringe con le mani qualcosa, non la può lasciare subito. 
Passa del tempo prima che possa aprire le mani. I gesti sono completamente diversi, quasi incontrollabili, solo con molti anni e piano piano, alcuni gesti diventano normali. 
Molti di questi malati hanno un movimento specifico delle mani, sembra che cerchino di volare, come se le braccia fossero ali e per questo le sbattano. 
Questi gesti li utilizzano quando dimostrano emozione come una particolare gioia, eccitazione. Mi sono sempre chiesta come si è formato questo specifico gesto, qual è il riflesso umano originario. In questi gesti – che io chiamo “il prendere il volo” – alcuni malati dimostrano anche suoni molto tipici. Curioso è che tutti sembrano identici o quasi. Penso ancora al riflesso del parlare, alla totale mancanza di intervento, di imparare. Reagiscono in base ai loro bisogni, e tutto ciò che si vuole da loro lo capiscono e quando hanno voglia lo fanno, altrimenti le parole cadono nel vuoto. Tornando all’origine del discorso, mi chiedo: perché io che ho tutti i riflessi e mio marito lo stesso non siamo riusciti a trasmetterli a nostra figlia? Perché 499 coppie su questa meravigliosa Terra possono passare i riflessi ai loro figli, e una non lo può fare? Cercando attraverso internet, ho trovato una terribile verità, l’ho già scritto nei primi capitoli del libro, ma lo scrivo ancora qui. All’inizio del secolo scorso, in America per legge questi pazienti venivano forzatamente prelevati dalle loro famiglie e quest’ultime venivano sterilizzate. Hitler, con la sua ossessione per la razza pura, ha applicato questa legge in Germania: la separazione dalla famiglia significava bruciare nei forni dei campi di concentramento. Le prime vittime, infatti, con cui sono stati testati questi forni, furono persone con paralisi cerebrale. Dopo è arrivato il turno degli ebrei. 
Per queste prime vittime non ci sono monumenti, non c’è memoria, non ci sono manifesti, proteste, feste... niente. Questa concezione di “rifiuti umani” è rimasta accettata fino alla seconda metà del XX secolo. 
Tutto quello che ho descritto all’inizio del libro, il cammino di dolore con mia figlia per la diagnosi e il trattamento non è stato nulla di anormale. 
A quel tempo il mondo ancora ragionava così. 
In Bulgaria si dice come sono morti, così sono i funerali. 
Se in America e in Germania li uccidevano, in Bulgaria li mettevano nei ricoveri. 
Chiedo in maniera provocatoria: i campi di concentramento erano forse più umani? 
Chi ero io, donna bulgara, che giravo per tutta la Bulgaria, per curare mia figlia con paralisi? Penso a tutti i trattamenti che definirei sadici che sono stati fatti in nome della scienza, con tanto male, anche per fornire la prova di questo riflesso. 
Quanto stupido devi essere, o quanto malata deve essere la tua mente per scrivere un lavoro scientifico in cui consigli i dottori di “creare riflesso” con sadismo. 
Che stupido devi essere e quanto crudele per accettare questa teoria e applicarla come un trattamento amorale? 
Chi diavolo sei per dire “Questo umano non può fornire riflesso, lasciamolo” bruciare nel forno”!? Sì, è stato proprio così! 
I nostri angeli sono stati trattati così! 
Mia figlia è una degli ultimi a cui sono toccati metodi di questo genere! 
Nei sanatori di città come Momin  Prohod usavano questi metodi. 
Di nuovo e di nuovo: noi con figli, fratelli o sorelle con paralisi cerebrale, siamo “segnati” dal destino, chiamatelo karma, chiamatelo remissione dei peccati, chiamatelo “prova divina”, qualsiasi cosa diciate avete ragione! Venti anni fa è uscito in un giornale bulgaro un articolo che ho letto almeno 50 volte e che inizialmente non capivo. 
Era scritto per le persone con anime cosmiche, che soffrono
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115 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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sulla Terra. 
Ora penso: chi era l’autore e a quale pubblico era destinato? 
Recentemente si è diffusa la teoria di Dolores Cannon. 
Lei è una psicoterapista e tratta con ipnosi profonda. 
Afferma di andare così in profondità nel subconscio dei suoi pazienti, che ottiene informazioni sulle loro vite nelle varie incarnazioni. 
Spiega che nei contatti con i pazienti, si è verificato che tante delle anime in realtà siano nuove, venute dello spazio delle anime volontarie per aiutare il pianeta Terra. 
Esse non sono associate con il karma qui sulla Terra. 
Seguendo altre leggi galattiche, sono venute con noi sulla nostra Terra peccaminosa per fornire un aiuto. 
Se i nostri malati rientrano in questo gruppo, qualcosa che non è mai stato fatto in vite precedenti, non può essere ripetuto nella vita presente, 
in particolare questo è vero per la nutrizione... la mancanza della capacità di masticare. 
La teoria di Dolores Cannon è adatta esattamente allo sviluppo dei nostri malati, 
non importa quanto sia nuova e non confermata ufficialmente... 
questo però è solo il mio punto di vista e qui mi fermo con i miei pensieri. 
In Bulgaria abbiamo uno scrittore, Hristo Nanev, che ha pubblicato 17 libri usciti sui problemi dell’incarnazione. 
Ha praticato centinaia di regressioni e molte di loro avevano problemi gravi, 
probabilmente a causa delle loro vite precedenti in altri pianeti o altre dimensioni. 
Definire le situazioni dei nostri malati semplicemente ritardo o grave ritardo è una consuetudine ormai scontata! 
La differenza tra loro e noi sta solo nel tempo: per loro tutto passa molto più lentamente; 
mia figlia – 
che è quaranta anni – 
sembra averne 18, ma potremmo dargliene anche 15. 
Che significa, qui sulla Terra, nel nostro tempo terreno, 
che uno va avanti nel tempo e un altro no? In che parte del cervello si trova questo punto? Quale parte del cervello è responsabile per il tempo? 
Quali celle lavorano con il tempo per lo svilupparsi normale qui sulla Terra, nel nostro tempo, nella nostra dimensione? 
Su quale parte della cellula lavora il tempo? 
Che processo chimico, fisico o fisiologico nella cella influisce sul tempo? 
Come si può ampliare o ridurre il tempo? 
Come il tempo si trasforma nelle cellule umane? C’è qualcuno che ha lavorato o sta lavorando su questo problema? 
Se ci sta lavorando e ci sono dei risultati, potrebbe essere la vera medicina per i nostri malati! 
Da dove si deve partire? Dove si deve andare? Qual è il fulcro di questi studi? 
Da tutto quello che ho letto, nessuno finora ha cercato in tutto il mondo di lavorare in questo modo. 
Non tocco la ricerca, non approfondisco le teorie, perché questo mio libro è fatto a livello familiare, per la vita delle nostre case, quella vita quotidiana dei malati con paralisi cerebrale così complessa ma altrettanto ricca. 
Riuscire a raccogliere informazioni sufficienti per scrivere un altro libro, che continuerà a cercare una risposta alla questione del tempo – il nemico e l’amico dei nostri pazienti – sarebbe per me un compito importantissimo. 
Prima di lasciarvi, voglio raccontarvi quello che ci è successo nella città di Lourdes, in Francia. Eravamo io, mia figlia e un amico davanti alla grotta, dove la Madonna ha parlato a Bernardette, una ragazza francese. 
Come sapete io mi chiamo Dimka e mia figlia Donka. 
Questo nostro amico, proprio davanti alla Madonna, ci ha detto: 
«I vostri nomi, Dimka e Donka, 
suonano davanti a Dio come una campana: 
dim-don, dim-don, dim-don!». 
Se è così, noi due suoniamo nel tempo che Dio ci ha dato qui sulla Terra. 
Din-don, dim-don, dim-don... 
Non abbandonate i vostri figli malati di paralisi celebrale. 
Loro sono angeli con corpi terreni.
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Innocenti e candidi, con i loro pensieri e la loro energia ci aiutano a liberare il mondo dalla negatività, dall’energia malvagia e dall’avidità. Amiamo i nostri malati nel loro modo speciale, prediamo con gioia il loro amore, noi gliene daremo cento volte di più perché il loro universo si chiama amore! 
Dim-don, dim-don, dim-don... 
Scrivo con amore per gli umani di tutto il mondo! 
Il tempo è dentro di me e io sono nel tempo! 
Il tempo sarà giudice a mio favore! 
I nostri malati dovrebbero venire prima per vivere il tempo terreno qui sul pianeta Terra!  

Con amore per tutti i miei lettori !

                       Dimka  

 Ringraziamenti 
Ringrazio l’Italia e gli Italiani, che mi hanno dato la possibilità di trovare la mia seconda Patria per il bene dei miei figli!
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NON C'E' 
FINE

113 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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Lama. 
La loro religione dice infatti che quell’anima santa subito si incarna in nuovo corpo e quello sarà il nuovo Dalai Lama. 
Non mi ricordo quanto tempo è passato, ma su internet si può trovare di preciso quando è morto il precedente Dalai Lama e quando è nato quello presente. 
Nel filmato fa vedere come, in un villaggio, in inverno con neve e vento freddo, trovano un bambino:
 la gente racconta che quando è nato il bambino si è sentito un tuono molto forte. 
I monaci raccontano ai genitori che il loro figlio è il nuovo Dalai Lama, lo prendono con loro e lo portano in convento. 
Vengono mostrati i momenti in cui i monaci crescono il bambino, in diverse età della sua gioventù; 
sono mostrati anche i momenti in cui gli vengono mostrati gli oggetti appartenuti ai precedenti Dalai Lama; 
egli riconosceva l’80% di quello che apparteneva al suo predecessore: 
la camera, il convento, i vestiti, il bicchiere e la cetra. 
Il Dalai Lama è ancora con noi in questo mondo. Se qualcuno non ci crede, lo può chiedere! Adesso vi chiedo miei cari lettori: se quei monaci non lo avessero trovato in quel remoto villaggio, cosa sarebbe accaduto a quel bambino? 
Quell’anima sarebbe comunque arrivata a quel corpo oppure no? 
Quanto sarebbe stato necessario attendere prima che lo trovassero? 
Spero che sappiate che molte cliniche psichiatriche sono piene di pazienti che dicono di essere Napoleone, Hitler, Mussolini, per molti è proprio il motivo per cui si trovano là, e dunque io mi chiedo: 
sappiamo veramente chi sono i nostri figli? Perché i corpi terreni non sono a loro misura? Per vivere qui sulla Terra dovrebbero saper respirare, 
nutrirsi, bere acqua, 
muoversi, 
tutti i loro organi dovrebbero lavorare insieme, per lavorare, 
per produrre cose di mangiare! 
Tutti i più elementari movimenti per gli animali, i pesci, 
gli uccelli o gli umani, la teoria di Darwin (quella officiale, che si studia adesso in tutte le scuole nel mondo) 
dice che loro usano il riflesso, 
che non si forma, ma viene dai geni; su Wikipedia viene definito come la forma principale del sistema nervoso; essa si verifica con l’avvio o l’interruzione di qualsiasi attività del corpo, 
come contrazione o espansione dei vasi sanguigni, 
contrazione o rilassamento della muscolatura, 
la secrezione o l’eliminazione della secrezione di ghiandole e così via. 
Con il riflesso gli organismi si adattano all’ambiente, che è requisito essenziale per non morire. 
Ripetiamolo: secondo la teoria di Darwin, il riflesso è un dato scontato che si trasmette geneticamente. 
Da nessuna parte nella teoria darwiniana si parla dell’anima. 
Nei miei libri tale “partizione” non c’era. 
Lo spirito, 
l’anima, la cuticola,
che tengono viva la materia, 
come spiega la religione, 
Darwin l’ha sostituita con il termine riflesso. Dove sono le informazioni sul riflesso? 
Cosa crea questo constante riflesso? 
Secondo Darwin sono le cellule della materia: nostri malati non possiedono riflesso quando sono nella forma più grave! 
Alcuni di questi riflessi sono condizionati, 
come mangiare, 
masticare, 
inghiottire, 
vivere... 
se non mangia, 
non mastica, 
non inghiotte, 
muore... 
Mia figlia, 40 anni, 
non può imparare a masticare. 
Questo semplice riflesso manca. 
Molte persone con paralisi cerebrale non masticano. 
Ci sono pazienti che non hanno questo riflesso. Se consideriamo invece il riflesso di camminare, tutti i pazienti che riescono a camminare hanno lo stesso camino “rigido”; 
tutti camminano con i pollici con un ritmo diverso dal camminare normale; 
alcuni non sono mai riusciti a stare in piedi (nessun riflesso). 
Come si può spiegare questo concetto ai muscoli, 
l’incapacità di servire gli arti per muoversi normalmente sul terreno? 
Come se questi muscoli fossero stati distrutti ancora nel grembo materno. 
Hanno bisogno di un qualsiasi altro tipo di movimento, 
una semplice con
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112 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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di chiudere attentamente la porta. 
Ho sentito i suoi passi nel corridoio. 
Dopo, pieno silenzio. 
Mia figlia si è calmata e subito si è addormentata. 
Io invece non riuscivo a calmarmi. 
In realtà, lui si è seduto accanto a me, perché mia figlia dormiva all’interno del letto. 
Non ho sentito freddo o il suo odore. 
Quello che guardai tutto il tempo, fu un pezzo di cotone che sporgeva dalla sua bocca. 
Giorni prima di morire, non era riuscito nemmeno a bere acqua, noi allora prendevamo del cotone e gli bagnavamo le labbra e alcune gocce d’acqua scolavano nella bocca paralizzata. Un po’ di quel cotone gli è rimasto in bocca. 
Si vedeva bene, facendomi capire che non era un sonno. Un occhio era aperto, rosso e dolorante per la paralisi... è morto così. 
L’ho visto così anche nella luce della luna piena. Era successo per davvero. 
Allora e ancora adesso penso che mia figlia – sua nipote – con il suo enorme affetto, lo avesse chiamato per dirgli addio. 
I nostri fili malati, i nostri angeli, sono diversi, hanno come dei poteri, e io ci credo... per me, però, è strano anche questo. 
Io sono nata in una valle del fiume Danubio. Ho due lingue materne, rumeno e bulgaro, così parliamo tutti i nati vicino al Danubio là dove erano le antiche città dell’Impero Romano.
 Mio figlio sapeva numerose parole in rumeno. 
A casa, dove mi sono sposata, si parlava solo bulgaro, in rumeno mio marito non conosce nemmeno una parola. 
Vi dico tutto questo per spiegarvi che mia figlia innanzitutto non parla, secondo non conosce nessuna parola in rumeno, ha sempre sentito solo il bulgaro. 
Rumeno e italiano appartengono allo stesso gruppo delle lingue romanze; 
quando sono arrivata in Italia, 
mi sono servite due settimane circa per cominciare a parlare qualcosa in lingua italiano; 
a mio figlio è servito circa un mese per avere qualche soddisfazione; 
mio marito è venuto per mesi ma ha appreso solo buon giorno, buona sera e grazie. 
Mia figlia è arrivata in Italia quando aveva 32 anni. 
A lei non serviva tempo per capire la lingua, lei non parla, ma capisce tutto e reagire adeguatamente. 
Fin dal primo giorno alla Croce Rossa e al centro diurno nessun problema con gli italiani che partecipano con lei: 
capisce e implementa tutto ciò che le serve! 
Ci sono gesti che suggeriscono parole e forse questi gesti le servono per orientarsi. 
Quando la chiedo di fare qualcosa, a volte mi guarda strano e soprattutto non sembra che abbia sentito. 
Cambio lingua, parlo in italiano, sorride e in un minuto fa tutto con precisione. 
A quanto pare, conosce due lingue. 
Quando andiamo estate in vacanza in Bulgaria, questo è il suo coronamento: 
quando ci sono in giro altre persone, lei mi guarda così, come se non capisse quello che dico; 
quando comincio in italiano, lei sorride e guarda contenta... 
“Vedete come sono intelligente?” 
sembra vantarsi senza parole. 
In un incontro con il suo assistente sociale, abbiamo parlato del suo sviluppo, delle competenze e dei suoi progressi e ho scoperto che al centro diurno si comporta diversamente, molto meglio che a casa, 
mostra competenze che noi non sospettiamo nemmeno. 
Chi sono i nostri figli? Angeli? 
Che anime hanno? 
Che percezione possiedono? 
Così è cominciata una storia che forse a molti lettori sembrerà non avere niente a che fare con il nostro problema, ma ciò è vero solo a prima vista. 
Tempo fa ho comprato un DVD, dove si può vedere la vita di un piccolo e giovane Dalai Lama. 
Sono fotografie e video fatti in diversi anni. Comincia con vecchie riprese in cui si vede come i monaci, dopo la morte del vecchio Dalai Lama, girano per il mondo per cercare un piccolo bambino a cui alla nascita è successo qualcosa di straordinario: 
cercavano il neonato nel cui corpo è entrata l’anima del vecchio Dalai 
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111 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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                       Pensiamo insieme 

Chi siamo noi genitori di bambini con paralisi cerebrale? 

Chi sono i nostri figli? 

Perché le nostre famiglie sono differenti dalle 499 famiglie di bambini sani qui sulla Terra? 

Queste sono le mie domande e cercherò risposte fino a quando i miei occhi vedranno il sole! 
Ho scritto tante volte questo capitolo. Ho provato diverse versioni. 
Mi ponevo delle domande e cercavo le risposte anche su Internet. 
Trovavo risposte diverse agli stessi problemi, ci sono infatti numerose informazioni sulla paralisi cerebrale. 
Ho deciso di scrivere un altro libro, in cui raccoglierò e organizzerò le ultime informazioni che la scienza ha trovato per i nostri problemi. Non ci sono risposte complete e soddisfacenti su ciò che provoca la paralisi cerebrale. 
Forse esaminate insieme e sistematizzate si potrà vedere una vera strada in avanti per trattare e guarire i nostri malati, la vera luce dei nostri cuori! 
Si deve trattare la natura, la radice della malattia, non le conseguenze della malattia, come è la pratica comune oggi. 
La vera strada è quando mettiamo

 “il tempo come fattore principale per i nostri malati”; 

le nostre famiglie e le persone che lavorano con questi pazienti conoscono la loro immensa sete di amore e la buona energia che irradia da loro, e che è particolarmente forte. 
Mi piace dire che essi sono come “buchi neri” per amore. 
Mia figlia ogni minuto, ogni ora, vuole tenerezza e affetto, ma mi resta molto di più in cambio. 

Prima dei miei ragionamenti, volevo raccontare un fatto accaduto straordinario. 

Mio suocero era una persona buona e laboriosa. Quando gli altri ci consigliavano di abbandonare la bambina, lui diceva: 
«La bambina può uscire da casa solo passando sul mio cadavere!».
 Gli ultimi anni della sua vita – vecchio e malato – voleva stare tutto il tempo solo con la sua nipotina. 
Avevano un forte legame spirituale. 
Se ne è andato per una emorragia cerebrale, ha sofferto per due settimane prima di lasciarci e durante quel tempo e il funerale, mia figlia era tesa. 
È venuta tanta gente, c’era confusione, preoccupazione, ansia e dolore. 
Non mi ricordo se qualcuno si è ricordato di portare mia figlia a vedere suo nonno morto. Dopo il funerale, è rimasta in silenzio. 
Mi pareva che fosse in ascolto e in attesa di vedere suo nonno, per stare sulle sue ginocchia o sedergli accanto come avevano fatto per tanto tempo. 
Che cosa stava succedendo nella sua testolina? Aveva 23 anni ma sembrava ne avesse 9-10 anni. 
Dopo un mese circa, una notte di plenilunio, il volto pieno della luna brillava nella stanza. Le tende non erano state messe. 
Siamo andati a dormire molto tardi e lei si è addormentata accanto a me nello stesso letto. Ho sentito che mi tirava la mano e mi sono svegliata. 
Era seduta sul letto e faceva un movimento con le mani come quando si aspetta qualcosa, o qualcuno o quando è eccitata. 
Allo stesso momento, ho sentito dei passi nel corridoio. 
Rabbrividii: erano i passi di mio suocero, aveva infatti un’andatura strana, non potevo sbagliare. 
Mia figlia con il movimento delle mani più forte mi faceva capire che aspetta veramente suo nonno. 
La porta si è aperta ed è entrato mio suocero. Era con il vestito con cui era stato seppellito. 
Si sedette accanto a noi sul letto, vicino a me perché ero la più prossima, e si è messo mia figlia sulle ginocchia, come faceva sempre. Rimase un po’, le accarezzò la testa, come aveva sempre fatto e poi la mise accanto a me al suo posto, ed è andato fuori in corridoio prima 
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110 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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Molte persone conoscevano la nostra miseria e sinceramente cercavano di aiutarci, forse perché non ci siamo mai lamentati nei giorni pesanti davanti alla gente. 
Un giorno da me è venuta un’amica e mi ha detto che durante un suo viaggio aveva incontrato una donna che era una chiaroveggente e si erano scambiate i numeri di telefono. 
Dopo un po’ mi ha detto che avevano fatto amicizia e che mi invitava a casa sua per conoscerla perché voleva vedermi. 
Non ha detto nulla di più. 
Ho esitato su cosa fare, ma sono andata. 
La mia amica mi ha lasciata da sola con quella donna. 
Senza fretta, la donna mi ha detto che aveva la risposta alla domanda che da sempre mi ponevo. 
Mi ha detto che quando ero incinta e appena si vedeva la mia pancia, in un luogo che lei mi ha descritto attentamente e che è a due passi da casa nostra, verso di me camminava una donna. Quando ha visto la gravidanza, ha maledetto il frutto dentro me. 
In un primo momento mi ha detto la prima lettera del nome di questa donna, ha descritto come appare e tutto ciò che riguarda la sua situazione familiare. 
Non riuscivo a capire più nulla e sono rimasta in silenzio, senza parole, e lei ha continuato a parlare in uno stato di trance. 
Poi ha detto il nome completo di quella donna e perché non ho reagito, e che ora dal balcone di casa mia potevo vedere la sua casa e la sua finestra. 
Questo era. Ho ringraziato e ho voluto lasciarle dei soldi, ma lei non voleva niente: 
«Ti ho detto quello che era giusto tu sapessi» 
e non ha aggiunto altro. 
Non ho visto mai più quella donna. Con la mia amica non ne ho parlato. 
Quando sono tornata a casa, mi sono resa conto di chi si trattava, ma io non avevo avuto nulla a che fare con lei, forse qualcun altro della mia famiglia, forse a quel tempo era arrabbiata... ma come si può maledire una donna incinta? 
Non ho mai parlato con questa donna. 
Quando la incontravo, la vedovo sempre di sfuggita e la superavo rapidamente senza fermarmi. 
Vi prego, dunque, pensate luminoso e pulito! I nostri pensieri sono energia in onde e hanno forza terribile! 




Ora voglio scrivere qualche parola sul mio incontro con gli alieni o creature che vivono in un’altra dimensione. 

Quando mia figlia aveva quattordici anni, io la vedo sana, bella e piacevole, come altre ragazzine sue coetanee. 

Questo incontro l’ho raccontato in un altro libro che si chiama Incontro con invisibili creature, se avete voglia, potete leggerlo, è pubblicato... Ecco cosa mi è successo. 
Una mia conoscente mi ha dato un indirizzo nella città Plovdiv, dove è stata guarita da una malattia rara. 
In questo posto l’avevano aiutata, ma non mi ha detto tutti i dettagli. 
Quando sono arrivata, si è scoperto che queste sono creature che vivono con persone terrene o individui che vivono in un’altra dimensione. Cercavano di aiutare il più possibile gli umani terreni. 
Mi hanno detto che per mia figlia non si poteva fare nulla e che sarebbe rimasta così, hanno predetto però che le stelle hanno deciso di assegnare una missione speciale a lei e a me qui sulla terra: 

- "insieme aiuteremo molte persone con il nostro destino". 
Mi hanno dato anche della loro energia per avere la forza di compiere la nostra missione. 

Sì, quando sono tornata a casa, ho annegato nelle lacrime anche questa speranza di vedere mia figlia sana. 
La cosa strana è che, dopo un anno, questo incredibile evento sembrava essere stato cancellato dalla mia mente. 
Dopo aver fatto 11 blog su Internet, di cui tre dedicati alla paralisi cerebrale, mi sono resa conto che molte persone sono alla ricerca di informazioni su questo argomento. 
In totale ho ricevuto circa 300.000 visite in tutto il mondo e in quel momento è tornato il ricordo. 
Forse è questo l’aiuto che posso dare! Essere in grado di realizzare tutto quello che sogno e lavorare per quello che scrivo in questo libro.
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109 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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mi hanno creduto: 
lo hanno aperto e all’interno era completamente diverso. 
Un’altra famiglia aveva acquistato lo stesso giocattolo. 
Immediatamente ho detto di buttarlo via, per non pungersi. 
Non mi hanno creduto, e lo hanno aperto. 
Il loro era con ripieno completamente diverso e con nessun ago dentro. 
Una volta, mentre facevo una passeggiata con la mia bimba, vicino a me è arrivata una giovane zingara, mi ha guardato in modo strano e mi ha detto che qualcuno mi aveva fatto una grossa magia, ma questo è un classico trucco zingaro e non vi ho prestato attenzione. 
Il pomeriggio successivo, ancora una volta ci ha superato e mi ha detto la stessa cosa; il terzo giorno di nuovo. Per sbarazzarmi di lei, le chiesi cosa dovevo fare e lei subito mi disse che dovevo portarle un uovo fresco di giornata. Sono entrata subito dentro il cortile e ho preso dal pollaio un uovo, è stato nelle mie mani giusto il tempo di traversare il pollaio fino alla strada e un paio di secondi in più perché ho esitato nel proseguire. 
La zingara lo ha preso dalle mie mani, ha borbottato qualcosa e poi mi ha detto: «Ora voglio rompere l’uovo. 
Se ho fatto correttamente la magia, il seme sarà come una grande macchia di sangue!». È stato proprio come ha detto. 
Come ha fatto questo numero? 
Me lo chiedo ancora adesso. 
Le ho dato qualcosa per ringraziarla, lei mi ha salutato con il suo strano ma buono sorriso ed è andata via. 
Sono passati tanti anni da questo fatto. 
I tempi sono cambiati dopo la caduta del Muro di Berlino. 
Nelle librerie hanno cominciato a girare anche i libri proibiti, quelli che erano stati vietati, come anche quelli sulla magia. 
Dopo alcune letture, mi sono chiesta chi accanto a noi avrebbe potuto volerci male addirittura ricorrendo a queste pratiche; non voglio pensare male, tanta gente neanche c’è più e a mio parere tutti gli uomini sono buoni, tutti siamo figli di Dio. 
C’è una credenza nella nostra famiglia, ma spero anche in tante altre famiglie. 
Si procede così: se prende un uovo rosso a Pasqua e si mette in un posto dove lo vedono tutti in casa. 
Si crede, infatti, che quest’uovo porti salute e fortuna in quella casa e nella famiglia per tutto il resto dell’anno. 
L’anno successivo, si fa la stessa cosa; si prende quello vecchio, si rompe e si vede come è passato l’anno. 
Se l’uovo dentro è cattivo, la salute e la vita in casa sono andate male. 
Se è buono e sembra appena bollito, tutto in quella casa è andato bene, è stata piena di amore, salute e bontà. 
Questa abitudine l’ho portato con me dalla Bulgaria in Italia. 
Quando ero in Bulgaria, sarà stato forse perché in casa c’era un via vai continuo, le uova erano quasi sempre cattive, ma io ero la nuora, e dovevo rispettare la volontà di tutti i familiari. Nella mia nuova Patria, nella mia nuova casa, piena di amore e aiuto, dopo il primo anno, tutte le Pasque il vecchio uovo sembra come appena bollito, senza odore, anzi, profuma di uovo appena bollito. 
Prendete questa verità, come ve la sussurra la vostra anima! 
   Vi racconto ora una storia che è accaduta a me non più di dodici anni fa e sono dieci che sono in Italia. 
Non l’ho condivisa con nessuno perché è terribile e inspiegabile. 
Voglio solo sottolineare che quando sei alla ricerca di una risposta a qualcosa che è di vitale importanza per te, l’universo trova il modo per risponderti, perché siamo nati con il libero arbitrio e rimane a noi decidere quale sia la risposta corretta e come reagire. 
Da oltre quarant’anni cerco la risposta alla domanda del perché mia figlia è nata con paralisi cerebrale e perché noi genitori non abbiamo potuto fare nulla per impedirlo, ma quando lei aveva 28 anni circa, è accaduto qualcosa che mi ha fatto molto riflettere.
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108 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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per questo motivo vanno spesso in molti alla frontiera, o c’è qualcos’altro?». 
Ogni tanto, prendendo il permesso, succedeva qualcosa, il periodo scadeva e di nuovo problemi. 
Abbiamo fatto tre visite. Una volta, abbiamo passato là tutti i giorni di ferie. 
Là si potevano incontrare persone diverse. Alcuni cercavano conforto e la cura per dolori fisici e mentali. 
Altri erano curiosi, che non avevano problemi, ma si divertivano con il dolore degli altri. C’erano poi le persone che giravano tra gente e promettevano aiuto per incontrare la zia Vanga rapidamente; 
per loro era un affare poiché i poveri malati e sfortunati pagavano nella speranza di risolvere i problemi. 
Con i miei occhi ho visto come la zia Vanga usciva fuori ogni tanto e chiamava qualcuno per nome o con il nome del villaggio da cui proveniva per dirgli qualcosa. 
Ho parlato con tante persone che venivano per ringraziarla. 
Ho visto i bambini che erano nati dopo le sue raccomandazioni. 
Ora, dopo tanti anni, mi pare ancora di vederla davanti a me con quella casetta ordinata, con bellissimi fiori. 
Una volta, davanti ai miei occhi, una capra ha aperto il cancello, è entrata nel giardino e ha cominciato a mangiare i fiori. 
Eravamo tanta gente, tutti con i propri pensieri, i propri mali e problemi. 
Nessuno ha buttato fuori la capra. 
Zia Vanga è uscita fuori dalla casa e ha gridato con voce piena al suo guardiano: 
«Aresave, butta fuori questa capra, o mi mangerà tutti i fiori! Guarda che disastro ha fatto!»; 
dopo si è rivolta verso di noi arrabbiata: 
«Voi dove guardavate? Non avete vergogna a lasciarle mangiare i fiori». 
Il fatto è che lei era cieca, ed era dentro casa.... Davanti casa sua c’era tanta gente, ma aspettavamo fuori in cortile. 
Ancora oggi non so come avesse fatto a vedere e a sentire. 
Per noi, però, non vedeva niente. 
Quando entravamo, ci chiedeva chi eravamo, da dove venivamo, quale era il nostro dolore, dov’era la bambina (che era sempre tra le mie braccia). 
No lo so perché noi eravamo “più 1speciali” e non ci “vedeva”. 
Ci aveva consigliato di andare da un professore (ve l’ho raccontato all’inizio del libro). 
Non ha accettato né ha rifiutato. 
Ci aveva detto che avrei avuto altri due figli, ma non è successo. 
Ha detto che non dovevamo adottare un bambino perché avremmo avuto i nostri; 
ha detto che quando la bambina avrebbe compiuto 16 anni tutto si sarebbe risolto... niente di tutto questo è accaduto. 
Luce e gloria al nome di zia Vanga! 
Numerose persone hanno trovato aiutato in lei. Per i nostri amici che non avevano figli, ha previsto tutto con esattezza e così è stato. 
Ogni regola ha le sue eccezioni. 
Ovviamente noi siamo una di quest’ultime. 

Credete nella magia miei cari lettori?

Vi siete mai chiesti se esiste o no? 
Come ho scritto, sono nata sulle rive del Danubio. 
Le abitudine – morali e spirituali – erano molto diverse da quelle del resto della Bulgaria. 
Mai ho sentito parlare di incantesimi e magie, non conoscevo neanche queste parole. 
Dopo che mi sono sposata, nel corso degli anni in casa e nel cortile davanti alla porta, ho trovato cose strane: 
un pezzo di sapone impalato con aghi, tra i quali c’erano dei capelli e fili; 
capelli avvolti in piume e filo; 
ho trovato molte volte uova in diversi luoghi della casa... 
Due volte ho trovato dei giocattoli della bambina completamente trafitti con piccoli aghi... 
Una volta, in un posto nell’armadio, dove mettevo cose nuove, ho trovato cose che non erano mie macchiate con il sangue. 
Mi sono sempre chiesta chi e perché li mettesse là, ma non ho mai trovato una spiegazione. 
Per i giocattoli ho pensato fosse stato qualcuno nella fabbrica, immediatamente li ho buttato via, però prima mi sono punta io. 
I giocattoli erano stati regalati da due famiglie diverse e una di queste aveva acquistato lo stesso giocattolo. 
Gli ho spiegato perché dovevano buttarlo via subito, ma non 
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La penso proprio così: se questa è la nostra croce, per quanto pesante dobbiamo portarla con dignità. 
Tutta la gente che conosco con il mio problema è gran lavoratrice, umana, aperta agli altri e di grande bontà, sempre pronta ad aiutare, so vagamente solo di una donna tra tantissimi altri che ha lasciato la sua bambina in un ricovero, senza interessarsi dopo a lei: non sembrava né più giovane, né più equilibrata, né più rilassata nella sua vita quotidiana. 
In Italia, conosco le famiglie di tutti i ragazzi con cui mia figlia frequenta il centro diurno. 
Una parte di loro ha una disabilità minore, ma molti sono sani, laboriosi, responsabili, socievoli e aperti a discutere nuove idee che potrebbero aiutare i nostri pazienti. 
Non dobbiamo scoraggiarci, perderci d’animo o costantemente piagnucolare. 
Vivendo con i nostri figli, apprendiamo ogni giorno che il mondo ha bisogno di luce, bontà e umanità, e impariamo a donare questi beni a tutti intorno da noi. 
Quando state soffrendo molto, quando vi sentite stressati e vi sentite come una corda pronta per strapparsi, ascoltate il silenzio della notte per prendere decisioni e scoprirete che accadono cose. 
Credete, e aspettate! Succederanno anche a voi!  

           Le storie incredibili 

In tutti questi anni, ho cercato assistenza, anche a livello energetico, ovunque, nel tentativo di aiutare a guarire mia figlia. 
Quando vi fanno capire che il vostro bambino è con paralisi cerebrale, però, non cominciate a cercare indovini! 
Tutti i parenti, i vicini e i familiari fanno a gara per offrirvi cose diverse, ma non credete a ciondoli, erbe sotto il cuscino e quant’altro potrebbe aiutarvi. 
NO, NO, NO... lasciate perdere! 
Ve lo dicono per esperienza personale: credetemi, sono sempre rimasta delusa. 
Per la maggior parte, queste sono persone buone e compassionevoli, che hanno veramente il desiderio di aiutare, ma purtroppo spesso si fanno aiutare da persone che si rivelano dei delinquenti, che approfittano della nostra disperazione. 
Sono persone furbe, avide, capaci di togliervi anche la pelle di dosso. 
Dall’esperienza con decine di queste persone, ho capito che molti ci mangiano una vita intera, ma senza poter fare nulla; solo la fede, la speranza e l’amore in famiglia sono stati il nostro vero ed efficace sostegno principale. Cercate di non perdervi d’animo, di trovare piuttosto nuove fonti di bellezza e di fiducia per superare tutte le difficoltà che la vita vi metterà davanti. 
Vi ho già raccontato di zia Vanga... 
A quel tempo, tutti noi bulgari avevamo fiducia in zia Vanga. 
Per noi del nord era un problema andare a Petrich, alla frontiera con la Grecia, dove abitava lei. 
Andavamo con i passaporti alla polizia spiegando in lungo e in largo perché dovevamo andare a Petrich. 
Seguiva silenzio, molti problemi... non che rifiutassero, sempre però chiedevano: 
«Solo 
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vedere ciò che c’era scritto e il tempo passava. Dopo pranzo, ho messo il nonno a letto e nei pochi minuti liberi nel pomeriggio ho deciso di vedere quello che avevo scritto. 
Avevo un può paura di quello che vi avrei trovato. 
In bulgaro c’è una frase che usiamo in momenti come questo, ripetiamo qualche volta a mente: 
- orsa c’è paura, io no... orsa c’è paura io no... Così ripetendo, ho trovato la forza per aprirlo. Tre volte era stata scritta con le mie mani questa frase: 
    "Non devi pensare con rammarico alla tua vita passata. Tu l’hai vissuta con dignità e con bellezza! "
Vi ho raccontato tutto! 
Siccome ero molto stressata, il primo pensiero fu che si stesse avvicinando la mia morte e il Cielo me lo stesse ricordando. 
Subito ho chiamato mio marito in Bulgaria e gli ho raccontato tutto, aggiungendo che forse era arrivata la mia fine. 
Anche a mio figlio qui in Italia al telefono ho raccontato tutto nei dettagli, ma gli ho risparmiato il mio pensiero. 
Il commento di mio marito ha cercato di sdrammatizzare la situazione: 
«Aspetta, vedrai che viene la fine di ogni male, e tutto comincia ad andare bene!». 
Ebbene... sì, era vero! 
Mio marito aveva ragione! 
Dopo quella notte la nostra vita è andata meglio! 
Non mi sono fermato troppo a pensare perché fosse successa questa cosa, ma ho capito che non fosse stato un caso e che se avessi veramente avuto l’opportunità di vivere una vita più serena, avrei cercato di aiutare gli altri a vivere allo stesso modo in questo mondo. Questo è ciò che mi ha aiutato a cambiare la mia vita e la ragione principale per cui ho iniziato a scrivere i miei blog sulla paralisi cerebrale e altri ancora in cui cerco di dare consigli al mondo a condividere la mia esperienza, le mie competenze e la mia conoscenza.
 Dopo questo fatto, ho preso in mano la mia vita: ho finito con il lavoro con il nonno, mi sono trasferita a vivere con mio 195 figlio per dargli coraggio, ho trovato un lavoro nel Nord Italia e mi sono trasferita là; anche mio figlio ha trovato lavoro, e a quel punto ho fatto il possibile per portare in Italia mia figlia. Ero sicura che Dio mi avrebbe aiutata. 

8) Un meraviglioso giorno, pregando davanti alla Santa Madonna in una nicchia, per dare salute e guarire tutti i malati e i sofferenti, nella mia mente è arrivata l’idea di lavorare per costruire una comunità per disabili di paralisi cerebrale e le loro famiglie, come le antiche comunità cristiane. 
Ho sentito come nel mio cervello arrivassero consigli su come cominciare e a chi chiedere aiuto. 
Mi ha fatto capire che prima dovevo scrivere i miei libri e loro sarebbero stati la base di questo progetto. 
Pensiamo insieme... noi genitori e parenti di malati di paralisi cerebrale, nel bene o nel male siamo tutti vicini. 
Se avessi accettato la proposta di portare l’amuleto della zingara, certo questo non sarebbe successo a me, perché avrei avuto un’altra famiglia, sicuramente la mia vita sarebbe stata diversa, ma non avrei trovato l’aiuto della Madonna e di Gesù Cristo. 
Tutti i successi successivi, sono collegati direttamente alle mie convinzioni cristiane e ai valori cristiani. 
Conosco due donne e un uomo che non volevano nelle loro case bambini nati con Paralisi cerebrale. 
Erano bambini e nipoti loro, sangue del proprio sangue: sono andati via da questo mondo dopo lunghi e indicibili tormenti. 
Ciò che mi ha offerto la giovane zingara allora, adesso dopo quarantadue anni mi sembra ancora magia nera, quindi penso di aver scelto correttamente s la luce. 
Non ho grande conoscenza delle scienze occulte, ma penso che in generale sulla Terra, il ciclo dell’anima umana può avere un suo svolgersi normale o attraverso un calvario, proprio come è successo a noi.
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105 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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...periodo in caserma, era una questione di tempo che si mettesse di nuovo in viaggio. 
È arrivato per vivere in Italia a 20 anni, ma nella seconda settimana si è reso conto che c’è un’altra Italia, una seconda Italia, con fame, povertà, lavoro non retribuito, con persone avide e dedite a traffici ingannevoli, ma non voleva tornare: 
«Mamma, vieni ad aiutarmi!». 
Come lasciar solo il mio dono di Dio e della Santa Madre? 
Sono partita sei settimane dopo di lui. 
Ho lasciato mia figlia con suo padre senza trovare una donna sicura che si prendesse cura di lei. 
In quel tempo, dieci anni fa, in Bulgaria era difficile trovare gente pronta a lavorare come badante. 
Grazie ad una mia amica e ad una famiglia di amici, i primi più difficili giorni mio marito ha potuto avere il loro aiuto. 
Loro tenevano la stufa accesa e davano da mangiare e pulivano la ragazza. 
Dopo mio marito ha trovato diverse badanti e mia figlia è rimasta in Bulgaria sola con suo padre per due anni e otto mesi, ma in quel tempo non è riuscito a trovare una donna che fosse veramente brava; 
gli ultimi cinque mesi alle sue cure ci ha pensato mia madre già molto ammalata. 
C’era un altro motivo per andare all’estero: 
il nostro negozio era pieno di debiti che naturalmente non potevamo rimborsare. 
Erano tempi bruttissimi per la mia famiglia. 
Tutti e quattro eravamo allo stremo della forza e questo continuava da mesi e mesi. 
Non lo auguro a nessuno. 
Sono partita a dicembre e a luglio dell’anno successivo ancora nessun passo avanti, mio figlio era senza lavoro. 
Io non dormivo da mesi perché curavo un nonno di 81 anni che aveva subito due gravi operazioni. 
Notte e giorno non dormiva, chiamava, gridava il mio nome, perché pensava che potessi aiutarlo. 
Dalla Bulgaria arrivavano solo cattive notizie. Notte e giorno mi chiedevo cosa avessimo fatto di male, dove avessimo sbagliato per essere costretti a vivere così, in più separati. 
Una notte mi sono svegliata per uno strano rumore, potrei descriverlo come il rumore degli altoparlanti in una grande piazza, ma così forte che non si capiva nulla. 
Spaventata, mi sono alzata e ho acceso la luce in tutta la casa per vedere dia dove arrivasse il rumore; 
la Tv era spenta, la radio anche. 
Ho aperto il portone. 
Fuori i vicini dormivano, in silenzio. Le case intorno erano nel buio, ma il rumore era ancora così forte... 
Mi è passato per la testa il pensiero che questo rumore fosse solo lì dentro, così ho cominciato a chiedermi come fare per risolvere questo problema. 
Grazie a Dio, in quel preciso momento il nonno dormiva e allora ho pensato: 
prendi un foglio e scrivi! 
Subito ho preso una penna e un foglio e il rumore subito si è abbassato. 
Non era così forte ora e si poteva comprendere qualche parola. 
Quello che subito mi ha stupito era che le parole fossero nella mia lingua materna, il bulgaro. 
Da quando ero arrivata in Italia, parlavo il bulgaro solo al telefono con i familiari e una bulgara che lavorava come badante nella stessa città. 
Tutto il resto del tempo, per apprenderlo il più rapidamente possibile, parlavo, scrivevo, pensavo e sognavo solo in italiano. 
Aspettavo con la penna in mano quello che dovevo scrivere, il rumore si era abbassato ancora e ora lo sentivo bene. 
La voce era gracchiante ma solenne. 
Ha ripetuto la stessa frase tre volte. 
Dopo mi è sembrato di percepire un silenzio solenne. 
Per non perdere nulla, ho fatto lo sforzo di registrare fino all’ultima parola. 
Non potevo in quel momento comprendere il contenuto. 
Quando ho terminato, ho spento tutto e sono andata a letto. 
L’ultimo pensiero, a chi far vedere quello che avevo scritto sul foglietto. 
Mi sentivo rilassata e leggera e subito mi sono addormentata. 
Il mattino è iniziato normalmente. 
Lavoro, negozio, pulizie, cucinare, nonno; 
non osai aprire il biglietto per paura di 
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104 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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la moneta che avevano e noi li tenevamo a casa per qualche giorno: per acquistare la merce, infatti, potevamo usare solo il contante. 
Spesso avevamo ospiti e quando ci siamo accorti che non c’era più il denaro, lo abbiamo cercato ovunque, ma erano spariti! 
Alcuni amici ci hanno consigliato di provare con un indovino, e abbiamo trovato quella donna. 
La donna mi ha invitato a sedere vicino a lei e mi ha chiesto quale fosse il mio problema. 
Dopo qualche minuto, è caduta in trance. Parlava sottovoce e ogni tanto taceva, proprio come se traducesse da un’altra lingua, poi mi ha detto: 
«I soldi sono stati rubati da una persona molto vicina alla vostra famiglia. Non li cercate più. Questo peccato lo porterà fino alla sua morte. Sì, è successo, per cercare aiuto e succederà per questo incontro». 
In quel momento, però, la donna ha cominciato a tremare, dicendo: 
«La Madonna mi parla! Mi dice che lo sa che hai messo il suo nome a tuo figlio ed è contenta. Ma non abbastanza per ringraziare lei e suo figlio Gesù, che ti hanno regalato tuo figlio. Cominciando da questo anno, tutti gli anni a venire, devi festeggiare il suo compleanno l’8 settembre. Così ringrazierai per tuo figlio, tua figlia e la loro salute!». 
Avevo sentito che questa donna era una medium, ma davanti ai miei occhi succedeva un miracolo: in tutto il mondo, solo io e mio marito sapevamo perché nostro figlio si chiamasse Mario. 
Mentre pensavo questo, la donna uscì dalla trance: dopo pochi secondi, parlava nuovamente con la sua voce normale. 
Ci siamo salutate e con il tempo siamo diventate amiche, ho capito però che lei non si ricordava nulla di quello che mi aveva detto, né di aver parlato a nome della Madonna. 
Da allora, l’8 settembre per la mia famiglia è un giorno santo, per il compleanno della Madonna ho un programma speciale: 
prendo pane, pesce, tanta frutta e verdura e in Bulgaria le porto in chiesa, per farle benedire dal sacerdote. 
In Italia questa abitudine non c’è. Volevo raccontare a tutte le mamme come festeggiamo. Il pesce lo preparo come per la sagra. 
Il pane lo faccio da sola. Quando lo metto sulla tavola, sopra accedo una candela. A tavola sono obbligatorio mele, cocomero e uva, nel mio paese dicono che piacciono molto alla Madonna, e poi miele e formaggio. 
Invito a pranzo qualche amica con i figli e nipoti e preghiamo la Madonna per le nostre famiglie, la ringraziamo per la nostra felicità di madri e nonne. 
Ci raccontiamo belle storie della vita dei nostri figli. La sera poi festeggiamo con i figli e il marito e ogni tanto invito una famiglia di amici. Tutto il giorno ingrazio la Madonna per quello che ha fatto per i miei figli. 
Un giorno, appena sono andate via le mie amiche, è arrivato mio figlio dalla caserma, per 3-4 ore libere per festeggiare con noi, sono entrata in camera sua per mostrargli i regalini, che avevano portato le mie amiche per lui. 
Ho visto che la sua gamba era gonfia, anche se lui voleva nasconderla per non farmi preoccupare. 
Subito l’ho mandato dal dottore. 
Il giorno successivo hanno fatto degli esami e subito lo hanno operato: 
nelle vene varicose c’era un pericoloso trombo. Ho ringraziato mille volte la Madonna, per l’aiuto! 
Volevo consigliare tutte le mamme di festeggiare l’8 settembre in nome della Madonna, per la salute e la grazia dei suoi figli. Questo è il gesto più lucido, bello, e spirituale che posso fare come mamma. 
Quando ero in Bulgaria, lasciavo in chiesa fiori e frutta; in Italia porto alla Casa di carità dolci per gli ospiti e il personale: così dimostro tutta la mia gratitudine. 

7) Quando mio figlio aveva 15 anni, è partito per un viaggio in Italia. Ha fatto innumerevoli fotografie e le ha messe in un album e sono diventate parte della nostra vita. 
Dopo i
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