martedì 14 luglio 2020

111 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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                       Pensiamo insieme 

Chi siamo noi genitori di bambini con paralisi cerebrale? 

Chi sono i nostri figli? 

Perché le nostre famiglie sono differenti dalle 499 famiglie di bambini sani qui sulla Terra? 

Queste sono le mie domande e cercherò risposte fino a quando i miei occhi vedranno il sole! 
Ho scritto tante volte questo capitolo. Ho provato diverse versioni. 
Mi ponevo delle domande e cercavo le risposte anche su Internet. 
Trovavo risposte diverse agli stessi problemi, ci sono infatti numerose informazioni sulla paralisi cerebrale. 
Ho deciso di scrivere un altro libro, in cui raccoglierò e organizzerò le ultime informazioni che la scienza ha trovato per i nostri problemi. Non ci sono risposte complete e soddisfacenti su ciò che provoca la paralisi cerebrale. 
Forse esaminate insieme e sistematizzate si potrà vedere una vera strada in avanti per trattare e guarire i nostri malati, la vera luce dei nostri cuori! 
Si deve trattare la natura, la radice della malattia, non le conseguenze della malattia, come è la pratica comune oggi. 
La vera strada è quando mettiamo

 “il tempo come fattore principale per i nostri malati”; 

le nostre famiglie e le persone che lavorano con questi pazienti conoscono la loro immensa sete di amore e la buona energia che irradia da loro, e che è particolarmente forte. 
Mi piace dire che essi sono come “buchi neri” per amore. 
Mia figlia ogni minuto, ogni ora, vuole tenerezza e affetto, ma mi resta molto di più in cambio. 

Prima dei miei ragionamenti, volevo raccontare un fatto accaduto straordinario. 

Mio suocero era una persona buona e laboriosa. Quando gli altri ci consigliavano di abbandonare la bambina, lui diceva: 
«La bambina può uscire da casa solo passando sul mio cadavere!».
 Gli ultimi anni della sua vita – vecchio e malato – voleva stare tutto il tempo solo con la sua nipotina. 
Avevano un forte legame spirituale. 
Se ne è andato per una emorragia cerebrale, ha sofferto per due settimane prima di lasciarci e durante quel tempo e il funerale, mia figlia era tesa. 
È venuta tanta gente, c’era confusione, preoccupazione, ansia e dolore. 
Non mi ricordo se qualcuno si è ricordato di portare mia figlia a vedere suo nonno morto. Dopo il funerale, è rimasta in silenzio. 
Mi pareva che fosse in ascolto e in attesa di vedere suo nonno, per stare sulle sue ginocchia o sedergli accanto come avevano fatto per tanto tempo. 
Che cosa stava succedendo nella sua testolina? Aveva 23 anni ma sembrava ne avesse 9-10 anni. 
Dopo un mese circa, una notte di plenilunio, il volto pieno della luna brillava nella stanza. Le tende non erano state messe. 
Siamo andati a dormire molto tardi e lei si è addormentata accanto a me nello stesso letto. Ho sentito che mi tirava la mano e mi sono svegliata. 
Era seduta sul letto e faceva un movimento con le mani come quando si aspetta qualcosa, o qualcuno o quando è eccitata. 
Allo stesso momento, ho sentito dei passi nel corridoio. 
Rabbrividii: erano i passi di mio suocero, aveva infatti un’andatura strana, non potevo sbagliare. 
Mia figlia con il movimento delle mani più forte mi faceva capire che aspetta veramente suo nonno. 
La porta si è aperta ed è entrato mio suocero. Era con il vestito con cui era stato seppellito. 
Si sedette accanto a noi sul letto, vicino a me perché ero la più prossima, e si è messo mia figlia sulle ginocchia, come faceva sempre. Rimase un po’, le accarezzò la testa, come aveva sempre fatto e poi la mise accanto a me al suo posto, ed è andato fuori in corridoio prima 
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