lunedì 13 luglio 2020

97 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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Questo è! 
Ho messo nel cuore questa verità molto giovane, quando stavo cercando la mia strada nella vita. 
Me la ripeto ogni volta che devo prendere una decisione importante, quando sono in difficoltà e quando voglio essere felice. 
L’odio porta cattiveria. 
Ovunque intorno nasce energia negativa, che semina alla zona circostante sempre più debolezza e avvelena noi stessi e gli altri. 
No: la cattiveria non aiuta a costruire un presente sereno e un futuro sicuro. 
Il mio comunicare con le persone cerca di seguire proprio questi passi: 
dopo una prima conoscenza, continuo a cercare di scoprire quali qualità positive ha l’uomo davanti a me. 
Le uso come punti di riferimento per una conversazione, o funzionano come ponti nel nostro lavoro insieme. 
In ogni uomo c’è bontà. 
Devi essere in grado di svegliarla dal torpore. Tutto ciò che è contro i miei principi, cerco di non farlo incidere, evitando scontri verbali. 
Con le persone con cui non posso ritrovare i miei criteri di umanità, cerco di non fare amicizia, gli sto proprio lontano. 
Ricevo gratitudine da coloro che ho aiutato. Ottengo sorrisi, calore e comprensione da quelli che pensano, come me, che fino all’ultimo respiro si deve fare ciò che è meglio per i nostri figli. 
Questa sono io, questo è il mio biglietto da visita. 
La parte più importante del mio libro è questa: come vivere, lavorare e costruire il futuro per i nostri angeli in corpi terreni, per far sì che possano vivere in questo mondo con dignità, non morire nella povertà e nella miseria, emarginati dalla società e dal mondo. 
Per ora questa malattia è incurabile, chissà se in futuro non si troverà invece una cura, adesso però è così, per loro e per noi un’unica parola: un ergastolo. 
Come dico anche altrove, per la religione e la scienza di Darwin, il lavoro è destinato alle persone che vivono sulla terra, attraverso il lavoro si creano beni materiali per l’esistenza della razza umana; questa è la legge terrena principale. 
Anche in prigione tutti i trasgressori lavorano; la pena per gli assassini è un severo regime iniziale, il che significa che devono stare nella loro cella per tutto il giorno; questo periodo termina quando c’è possibilità per loro di svolgere una qualche attività lavorativa anche all’interno del carcere. 
I nostri malati, in particolare quelli più colpiti, non possono lavorare, non possono vivere nella legge terrena principale. 
Noi, i parenti, quelli che sanno come si lavora, devono farlo anche per loro, solo così può esistere un’apparente “parità” con tutti gli altri. Ancora prima, però, abbiamo bisogno di conoscere nostri simili, 
per condividere le medesime situazioni. 
          Sì! 
Le famiglie dei giovani chi soffrono di paralisi cerebrale hanno necessità di conoscersi, comunicare e aiutarsi nella vita quotidiana; ci sono centinaia di perché: 
- perché hanno problemi simili 
- per scambiarsi informazioni di qualsiasi tipo 
- perché ci si può aiutare in viaggio 
- per trovare il miglior specialista 
- per avere informazioni sui centri di guardia 
- perché con sforzi congiunti possiamo costruire un posto migliore per tutti 
- per darci reciprocamente sostegno 
- perché si può andare in vacanza insieme, con alcune concessione 
- perché ci si può aiutare nel trasporto dei nostri malati tra terapeuta, logopedista ecc. 
- perché i bambini o i giovani potrebbero desiderare di stare insieme in compagnia 
- perché insieme, utilizzando l’esperienza congiunta, si possono conoscere nuove modalità di esercizio terapeutico 
- perché insieme siamo in grado di creare uno spazio di lavoro 
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