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-chi qui in Italia.
Questa persona ha circa 60 anni.
Ha problemi mentali.
Adesso vive una casa di carità. Prima eravamo vicini di casa in una casa popolare.
Tutti i giorni veniva un pulmino comunale che lo prelevava al mattino e lo riportava la sera a casa.
La sera portava a casa la cena, preparata là. Questo centro diurno lavorava anche il sabato e la domenica.
Vedevo la sua assistente sociale che veniva spesso per vedere e sapere se aveva bisogno di qualcosa e per controllare.
Adesso lo curano notte e giorno.
Lei va, parla con lui, gli chiede come si sente e se gli manca qualcosa.
Ecco, questo è un buon esempio di assistente sociale.
Quando un bambino, un ragazzo, una persona invalida viene messo in un ricovero o in una casa protetta, o in cooperativa, sempre deve esserci una figura pubblica che si prenda cura di lui.
Se no, succedono cose bruttissime, che tanti di noi sanno.
Diverse sono le famiglie, come diverse le situazioni, spesso anche a rischio, quando ci sono altri malati od anche i genitori magari anziani e malati.
Quando i genitori sono sani, possono prendere loro le strade giuste per risolvere i problemi, possono prendersi cura del loro bambino. Dipende da come si organizzano.
Purtroppo, però, una gran parte di bambini con paralisi cerebrale appartiene a famiglie a rischio.
Sono nostri concittadini, vicini, amici, parenti. Noi non dovremmo lasciarli da soli, senza una parola gentile e un saggio consiglio.
Loro a volte hanno bisogno solo di questo, eventuali fondi li assegna lo stato,
così come anche l’assistente sociale che appunto se ne prende cura.
Non puntiamo il dito, non siamo cattivi, cerchiamo piuttosto di fare la nostra parte.
Una società matura dovrebbe prendersi cura e dovrebbe aiutare e guidare queste persone. Posso testimoniarvi che insieme possiamo rendere la nostra esistenza migliore. In una famiglia che conosco la moglie ha solo una leggera forma di autismo, non è un problema mentale.
Se qualcuno non conosce queste malattie, pensa che manchi rispetto o educazione, siano caratteristiche del carattere, ma non è così e infatti questa donna ha trovato la forza per andare avanti nella vita da sola su una strada giusta.
In Bulgaria, nonostante la disoccupazione e le difficoltà, è rimasta “in piedi” e sta vicino ai figli per non farli sentire abbandonati e loro hanno mantenuto la loro dignità umana.
La vita è la scuola migliore se si impara a portare la propria croce.
Quando c’è assistente sociale, quando sa come fare il suo lavoro con professionalità, alcuni periodi infelici in difficile vita familiare possono essere evitati.
L’assistente sociale è necessaria in quegli strati della società, credetemi! Pazienti con paralisi cerebrale e le loro famiglie non hanno bisogno di polizia, forze speciali, telecamere sui caschi della polizia... soldi per mezzi speciali di monitoraggio... aggiungete quello che volete, quello che troverete scritto sulle pagine di tutti i giornali...
Sì, a queste famiglie non servano così tanti soldi, come per i furbi, i ladri...
A loro serve poco: assistenti sociali e solidarietà!
Cara gente, rispettate la sofferenza.
Non c’è fine al cercare di mettere in ordine la vita quotidiana.
Non c’è fine a questo lavoro, né all’avidità, al tradimento e alla slealtà.
Non c’è fine ai soldi sprecati nello stato. Nessuna fine all’ipocrisia. ù
Sono finiti solo i soldi stanziati per l’attività sociale.
Il denaro ha fine per le case di cura e questo fine è piccolo.
Il mondo è infinito, ma purtroppo il frammento nel tempo per noi è molto piccolo.
Questo, per i malati e i disabili, è ancora più insufficiente.
C’è bisogno che il cambiamento arrivi anche nel modo di pensare.
Ora, volevo inserire la figura dell’assistente sociale in questi undici esempi che ho fato.
La prima sono io. L’assistente sociale mi spiegava che non
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-chi qui in Italia.
Questa persona ha circa 60 anni.
Ha problemi mentali.
Adesso vive una casa di carità. Prima eravamo vicini di casa in una casa popolare.
Tutti i giorni veniva un pulmino comunale che lo prelevava al mattino e lo riportava la sera a casa.
La sera portava a casa la cena, preparata là. Questo centro diurno lavorava anche il sabato e la domenica.
Vedevo la sua assistente sociale che veniva spesso per vedere e sapere se aveva bisogno di qualcosa e per controllare.
Adesso lo curano notte e giorno.
Lei va, parla con lui, gli chiede come si sente e se gli manca qualcosa.
Ecco, questo è un buon esempio di assistente sociale.
Quando un bambino, un ragazzo, una persona invalida viene messo in un ricovero o in una casa protetta, o in cooperativa, sempre deve esserci una figura pubblica che si prenda cura di lui.
Se no, succedono cose bruttissime, che tanti di noi sanno.
Diverse sono le famiglie, come diverse le situazioni, spesso anche a rischio, quando ci sono altri malati od anche i genitori magari anziani e malati.
Quando i genitori sono sani, possono prendere loro le strade giuste per risolvere i problemi, possono prendersi cura del loro bambino. Dipende da come si organizzano.
Purtroppo, però, una gran parte di bambini con paralisi cerebrale appartiene a famiglie a rischio.
Sono nostri concittadini, vicini, amici, parenti. Noi non dovremmo lasciarli da soli, senza una parola gentile e un saggio consiglio.
Loro a volte hanno bisogno solo di questo, eventuali fondi li assegna lo stato,
così come anche l’assistente sociale che appunto se ne prende cura.
Non puntiamo il dito, non siamo cattivi, cerchiamo piuttosto di fare la nostra parte.
Una società matura dovrebbe prendersi cura e dovrebbe aiutare e guidare queste persone. Posso testimoniarvi che insieme possiamo rendere la nostra esistenza migliore. In una famiglia che conosco la moglie ha solo una leggera forma di autismo, non è un problema mentale.
Se qualcuno non conosce queste malattie, pensa che manchi rispetto o educazione, siano caratteristiche del carattere, ma non è così e infatti questa donna ha trovato la forza per andare avanti nella vita da sola su una strada giusta.
In Bulgaria, nonostante la disoccupazione e le difficoltà, è rimasta “in piedi” e sta vicino ai figli per non farli sentire abbandonati e loro hanno mantenuto la loro dignità umana.
La vita è la scuola migliore se si impara a portare la propria croce.
Quando c’è assistente sociale, quando sa come fare il suo lavoro con professionalità, alcuni periodi infelici in difficile vita familiare possono essere evitati.
L’assistente sociale è necessaria in quegli strati della società, credetemi! Pazienti con paralisi cerebrale e le loro famiglie non hanno bisogno di polizia, forze speciali, telecamere sui caschi della polizia... soldi per mezzi speciali di monitoraggio... aggiungete quello che volete, quello che troverete scritto sulle pagine di tutti i giornali...
Sì, a queste famiglie non servano così tanti soldi, come per i furbi, i ladri...
A loro serve poco: assistenti sociali e solidarietà!
Cara gente, rispettate la sofferenza.
Non c’è fine al cercare di mettere in ordine la vita quotidiana.
Non c’è fine a questo lavoro, né all’avidità, al tradimento e alla slealtà.
Non c’è fine ai soldi sprecati nello stato. Nessuna fine all’ipocrisia. ù
Sono finiti solo i soldi stanziati per l’attività sociale.
Il denaro ha fine per le case di cura e questo fine è piccolo.
Il mondo è infinito, ma purtroppo il frammento nel tempo per noi è molto piccolo.
Questo, per i malati e i disabili, è ancora più insufficiente.
C’è bisogno che il cambiamento arrivi anche nel modo di pensare.
Ora, volevo inserire la figura dell’assistente sociale in questi undici esempi che ho fato.
La prima sono io. L’assistente sociale mi spiegava che non
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