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L’assistente sociale è un funzionario nominato dallo stato per tutelare gli interessi dei suoi membri che per motivi di salute non si possono rappresentare nella società.
Non ha funzioni di assistenza strettamente personale, non aiuta tutti i giorni nella vita quotidiana; egli rappresenta l’individuo nella società, permette al disabile di difendere i suoi interessi e i suoi diritti.
L’assistente sociale, detto con semplici parole, è una sorta di avvocato pubblico per persone con problemi mentali.
Lui conosce la legge e l’ordine, sa quando serve la pensione, aiuta a trovare un centro diurno, una casa protetta, insegnanti, logopedisti, fisioterapisti, aiuta a fare domanda per l’accompagno, per la propria casa, o per il lavoro.
L’assistente sociale è il primo a cui ci rivolgiamo per problemi legati all’invalidità, ci indica la strada per risolvere un problema, con i documenti necessari.
Non aiuta solo i malati, ma anche noi sani che ci prendiamo cura dei malati; ci dice infatti sempre: «Voi non siete fatti di ferro... anche voi avete corpi mortali!».
Ecco come si procede in Italia, e penso anche in tanti altri paesi nel mondo.
Nel mio paese, in Bulgaria, questo non esisteva... fino a quando io ero là.
Quando si costata che un bambino ha problemi mentali di vario genere, il medico di famiglia fa domanda e dopo la visita dal neurologo e presso una commissione di dottori, si certifica che il bambino ha bisogno di un assistente sociale. Apro una piccola parentesi:
il medico di famiglia è una figura molto importante perché di solito conosce il paziente ma anche tutta la sua famiglia.
Il vostro medico vi consiglia da che medico deve andare il vostro bambino, vi dà i documenti per prendere appuntamento, e vi indica se la diagnosi permette di fare domanda per l’assistente sociale.
Fino alla fine dei suoi giorni terreni, il vostro bambino ha un’altra persona che, insieme con voi, e dopo, quando non ci sarete più, si prenderà cura di lui.
Gli assistenti sociali lavorano in centri sociali per il lavoro con famiglie con problemi.
Lavorano insieme con il comune della propria città; si prende la responsabilità per tante famiglie, segue le loro vita.
Si occupa di loro sotto molteplici punti di vista: risolvere, se serve, i problemi con il diritto; aiutare a rendere più chiare le soluzioni;
non permette ad individui senza scrupoli di sfruttare le condizioni dei malati;
valuta le condizioni della famiglia stessa (se i genitori non sono in grado di prendersi cura del loro bambino, trova una soluzione che sia un affido o una casa famiglia);
si prende cura della continuità della vita dei malati. Anni fa è stata presentata una nuova legge;
gli assistenti sociali hanno organizzato in una sala una riunione con la presenza della maggior parte delle famiglie: era sulla legislazione che disciplina il futuro per i nostri malati. Spiegavano che sarebbero state create imprese e cooperative, senza scopo di lucro affinché i genitori di giovani disabili si riuniscano in piccoli gruppi e possano donare denaro, beni, immobili. È possibile che tutto venga venduto e il denaro venga messo in una banca o in fondi, così negli anni si accumulano fondi con cui i giovani disabili potranno essere tutelati per anni.
Alcuni gruppi possono investire per la creazione di attività professionali sempre per questi ragazzi.
Fino a quando sono vivi e in buona salute mentale, i fondi sono gestiti dai genitori.
Sono coinvolti avvocati e funzionari per la trasparenza e la sicurezza di tutti.
Sì, non c’è più grande valore nella vita umana che fare qualcosa per proteggere e preservare l’amore e l’onestà delle anime di tutti i nostri cari.
Voglio scrivere di una situazione che è davanti ai miei oc-
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L’assistente sociale è un funzionario nominato dallo stato per tutelare gli interessi dei suoi membri che per motivi di salute non si possono rappresentare nella società.
Non ha funzioni di assistenza strettamente personale, non aiuta tutti i giorni nella vita quotidiana; egli rappresenta l’individuo nella società, permette al disabile di difendere i suoi interessi e i suoi diritti.
L’assistente sociale, detto con semplici parole, è una sorta di avvocato pubblico per persone con problemi mentali.
Lui conosce la legge e l’ordine, sa quando serve la pensione, aiuta a trovare un centro diurno, una casa protetta, insegnanti, logopedisti, fisioterapisti, aiuta a fare domanda per l’accompagno, per la propria casa, o per il lavoro.
L’assistente sociale è il primo a cui ci rivolgiamo per problemi legati all’invalidità, ci indica la strada per risolvere un problema, con i documenti necessari.
Non aiuta solo i malati, ma anche noi sani che ci prendiamo cura dei malati; ci dice infatti sempre: «Voi non siete fatti di ferro... anche voi avete corpi mortali!».
Ecco come si procede in Italia, e penso anche in tanti altri paesi nel mondo.
Nel mio paese, in Bulgaria, questo non esisteva... fino a quando io ero là.
Quando si costata che un bambino ha problemi mentali di vario genere, il medico di famiglia fa domanda e dopo la visita dal neurologo e presso una commissione di dottori, si certifica che il bambino ha bisogno di un assistente sociale. Apro una piccola parentesi:
il medico di famiglia è una figura molto importante perché di solito conosce il paziente ma anche tutta la sua famiglia.
Il vostro medico vi consiglia da che medico deve andare il vostro bambino, vi dà i documenti per prendere appuntamento, e vi indica se la diagnosi permette di fare domanda per l’assistente sociale.
Fino alla fine dei suoi giorni terreni, il vostro bambino ha un’altra persona che, insieme con voi, e dopo, quando non ci sarete più, si prenderà cura di lui.
Gli assistenti sociali lavorano in centri sociali per il lavoro con famiglie con problemi.
Lavorano insieme con il comune della propria città; si prende la responsabilità per tante famiglie, segue le loro vita.
Si occupa di loro sotto molteplici punti di vista: risolvere, se serve, i problemi con il diritto; aiutare a rendere più chiare le soluzioni;
non permette ad individui senza scrupoli di sfruttare le condizioni dei malati;
valuta le condizioni della famiglia stessa (se i genitori non sono in grado di prendersi cura del loro bambino, trova una soluzione che sia un affido o una casa famiglia);
si prende cura della continuità della vita dei malati. Anni fa è stata presentata una nuova legge;
gli assistenti sociali hanno organizzato in una sala una riunione con la presenza della maggior parte delle famiglie: era sulla legislazione che disciplina il futuro per i nostri malati. Spiegavano che sarebbero state create imprese e cooperative, senza scopo di lucro affinché i genitori di giovani disabili si riuniscano in piccoli gruppi e possano donare denaro, beni, immobili. È possibile che tutto venga venduto e il denaro venga messo in una banca o in fondi, così negli anni si accumulano fondi con cui i giovani disabili potranno essere tutelati per anni.
Alcuni gruppi possono investire per la creazione di attività professionali sempre per questi ragazzi.
Fino a quando sono vivi e in buona salute mentale, i fondi sono gestiti dai genitori.
Sono coinvolti avvocati e funzionari per la trasparenza e la sicurezza di tutti.
Sì, non c’è più grande valore nella vita umana che fare qualcosa per proteggere e preservare l’amore e l’onestà delle anime di tutti i nostri cari.
Voglio scrivere di una situazione che è davanti ai miei oc-
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