sabato 11 luglio 2020

73 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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gressi molto lentamente, cosa che ci porta alla disperazione, alla depressione, a lamentarci: è questo il nemico più grande in una famiglia e per l’amore. 
Piacere nel successo, i sorrisi, l’umore buono, l’allegria, l’infinita pazienza sono le nostre pietre miliari per il nostro nido. 
Non arrendersi mai! 
Io ho imparato a fare almeno due cose alla volta nella vita per cercare di tenere il passo. 
Con l’entrata dei pannolini nella vita quotidiana, per esempio, è finito il tempo inarrestabile di continue lavatrici: sono arrivati infatti, vari miracoli tra le attrezzature da cucina che non sono trascurabili per utilità. 
I bambini affetti da questa malattia generano sugli altri e intorno a loro un’atmosfera di amore ed empatia. 
Loro stessi, con il loro ritardo, ci spingono a lavorare, organizzazione, ad essere parsimoniosi, gentili e pazienti. 
Questi sono fattori che rafforzano la famiglia. Nonostante il ritardo, siamo sempre un passo avanti nel benessere della nostra atmosfera familiare. 
Non abbiate paura, non vi disperate! Avrete famiglie sane e sicure ed otterrete più di quello che pensate. 
Non cercate di nascondere i problemi dei bambini, invece, imparate a condividere il bene e il male. 
Cercate di fare discorsi costruttivi davanti a loro e chiedete il loro parere, ad entrambi, al bambino sano ma anche a quello malato. 
Hanno sempre soluzioni, a volte anche accurate e pertinenti. 
Non dividete i bambini, è necessario infatti che il bambino sano accetti la realtà e si abitui alla responsabilità per il fratello o la sorella con ritardo. 
Voi genitori è necessario che non vi scordiate che siete obbligati a garantire una vita futura ai vostri bambini, a tutti due, molto prima di quando cominciano a fare i vostri amici, parenti e conoscenti. 
Il prezzo di tutto questo? 
Molto più lavoro, intelligenza, perseveranza e parsimonia, per consentire ai vostri bambini di avere una base su cui costruire la loro vita e non iniziano da “A e B”. 
Quando non saremo più in grado di aiutarli, loro si potranno prendere cura l’uno dell’altro. 
Sì, noi con figli con paralisi cerebrale dobbiamo conciliare le nostre vite con il fatto che non possiamo smettere di lavorare, non perché abbiamo una persona incapace in famiglia, ma perché quando noi non ci saremo, questa persona non potrà lavorare e dobbiamo lasciarle qualcosa in più per aiutarla negli anni dopo di noi. 
Se avete altri bambini, loro dedicheranno il loro tempo ai malati 
– o almeno speriamo che sarà così... 
– ma i bisogni materiali sono altra cosa. 
Questo è un punto di vista reale. Un aiuto da fuori 
Come riuscire a sopravvivere a questi tempi di tensione e confusione? 
Il mondo è sempre più vicino ad un inferno, va sempre più in pezzi! 
Quando cercavo su Internet aiuto per il mio dolore, ho trovato un consiglio che diceva così: Le famiglie o le persone, che hanno gravi problemi, devono trovare un mentore: 
per guidarli, 
per non permettere che perdano lo spirito e la speranza dentro al cuore. 
Non una persona ufficiale 
– avvocato, dottore, professore ecc. 
– ma qualcuno che ha percorso un sentiero difficile prima di loro. 
Non è caduto e ha raggiunto alti livelli? 
Per loro, allora, è un esempio luminoso! 
Ho riflettuto a lungo e ho capito che questo è la verità. 
Mi sono resa conto che anch’io avevo un esempio del genere, anche se non lo avevo capito subito. 
L’ho avuto fin dall’inizio, quando ho saputo delle condizioni di mia figlia, solo che non me ne rendevo conto. 
Il mio mentore era la mia bisnonna con sua figlia, la sorella di mio nonno. 
Tutti i vicini e i familiari dicevano che il ritardo di mia figlia venisse proprio da lei. 
Quando arrivò la lettera che mio nonno era stato dato per disperso durante la Prima Guerra
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