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Dopo tutto ciò, alle 13.30 dovremmo aver finito con il pranzo e la cucina sarà pulita.
Il pomeriggio:
fino alle 18 abbiamo tempo per riposarci, se non abbiamo dormito la notte.
In queste ore altrimenti possiamo aiutare gli altri bambini a fare i compiti, o svolgere se li abbiamo altri lavori domestici, lavori in cortile, nell’orto, in cantina, o cucire, stirare.
Abbiamo tempo, però, anche per noi stessi. Possiamo fare qualche passeggiata con il malato, con tutti i bambini, fare la spesa, contattare amici o famiglie con il nostro stesso destino.
La sera:
la sera è per la famiglia, certo! Cena, cucina, televisione, per le notizie, i film, preparare i vestiti per l’indomani, o i letti...
Se avete guardato il film, e se gli altri non brontolano, avete un’oretta per voi stessi.
Se avete letto con attenzione fin qui, avrete visto che in una giornata normale e tranquilla avete 6-8 ore in cui dovete essere forti e ben organizzati per fare tutto; sono tantissime ore, lo so, potete fare, però, cose miracolose per voi, per i vostri bambini, per il futuro familiare se non sprecate il vostro tempo!
Il rovescio della medaglia è che la maggior parte del fuoco brucia molto di più là dove è accesso...
Dobbiamo accettare perciò il fatto che il fuoco è con noi... Noi siamo quelli che sono vicini ai nostri angeli.
Assorbiamo la loro bontà e la loro purezza. Dobbiamo imparare a prendere l’amore, quando ce lo danno, e imparare a restituirlo con il nostro, così la felicità diventa doppia!
È così semplice e facile!
Questo ho imparato da nostra figlia, come ho imparato che è la mancanza d’amore che spesso li porta alla morte.
Vi prego, dunque, amateli e dategli la possibilità di amarvi.
Scrivo per la vita quotidiana, per i problemi, per il male e per la gioia.
Voglio scrivere per tutto.
Non voglio dimenticare niente, perché è importante comprendere le necessità quotidiane delle famiglie che soffrono di paralisi cerebrale, perché insieme saremo sempre più potenti.
Il mio consiglio per i miei fratelli e le mie sorelle nella sorte è:
non abbiate paura di comunicare con le persone come voi, vi aiuteranno ed abbattere insieme la tensione.
Non dobbiamo permettere che nella nostra casa si stabilisca definitivamente la disperazione.
Noi siamo forti e sappiamo come si può vivere con la fede e il sole negli occhi e nel cuore.
I nostri figli, fratelli o sorelle, quelli che aspettano le nostre cure, di cui hanno bisogno, aspettano anche il nostro miglior sorriso, una battuta o una storia allegra.
Mai dovete dimenticare che, soprattutto per quello che è successo loro – noi siamo il loro universo!
Dobbiamo renderlo più confortevole e sopportabile possibile.
Ci sono famiglie in cui la paralisi cerebrale si è stabilita in modo permanente e sono di più i membri della famiglia colpiti.
Noi di solito nella nostra città ci conosciamo tra queste famiglie.
Hanno bisogno ed è imperativo aiutarli.
Noi, in buona salute, dobbiamo costantemente monitorare tutto il nuovo che viene fuori, farmaci, terapia fisica, programmi di esercizio, e scegliere ciò che è appropriato per i nostri cari, ma anche informare i nostri amici che anche loro hanno bisogno di questo sapere.
Voglio assicurare ai miei cari lettori che la vita in un’antica comunità cristiana, in cui tutti sono fratelli e sorelle, è il più vicino modello di comunicazione funzionante per le nostre famiglie non convenzionali...
Dobbiamo allontanare da noi malizia, invidia e diffidenza.
Cominciamo a vivere con l’aspirazione di lavorare e di virtù.
Nelle nostre famiglie sono vietati i brutti pensieri, del tipo che siamo poveri e che mancano i soldi, che domani sarà peggio di oggi, che domani sarà una brutta giornata...
Con gli anni abbiamo imparato a cercare e poi attraversare le strade solo davanti e in alto a noi, mai indietro.
Il lavoro di prendersi cura dei bambini “diversi” è diffe-
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Dopo tutto ciò, alle 13.30 dovremmo aver finito con il pranzo e la cucina sarà pulita.
Il pomeriggio:
fino alle 18 abbiamo tempo per riposarci, se non abbiamo dormito la notte.
In queste ore altrimenti possiamo aiutare gli altri bambini a fare i compiti, o svolgere se li abbiamo altri lavori domestici, lavori in cortile, nell’orto, in cantina, o cucire, stirare.
Abbiamo tempo, però, anche per noi stessi. Possiamo fare qualche passeggiata con il malato, con tutti i bambini, fare la spesa, contattare amici o famiglie con il nostro stesso destino.
La sera:
la sera è per la famiglia, certo! Cena, cucina, televisione, per le notizie, i film, preparare i vestiti per l’indomani, o i letti...
Se avete guardato il film, e se gli altri non brontolano, avete un’oretta per voi stessi.
Se avete letto con attenzione fin qui, avrete visto che in una giornata normale e tranquilla avete 6-8 ore in cui dovete essere forti e ben organizzati per fare tutto; sono tantissime ore, lo so, potete fare, però, cose miracolose per voi, per i vostri bambini, per il futuro familiare se non sprecate il vostro tempo!
Il rovescio della medaglia è che la maggior parte del fuoco brucia molto di più là dove è accesso...
Dobbiamo accettare perciò il fatto che il fuoco è con noi... Noi siamo quelli che sono vicini ai nostri angeli.
Assorbiamo la loro bontà e la loro purezza. Dobbiamo imparare a prendere l’amore, quando ce lo danno, e imparare a restituirlo con il nostro, così la felicità diventa doppia!
È così semplice e facile!
Questo ho imparato da nostra figlia, come ho imparato che è la mancanza d’amore che spesso li porta alla morte.
Vi prego, dunque, amateli e dategli la possibilità di amarvi.
Scrivo per la vita quotidiana, per i problemi, per il male e per la gioia.
Voglio scrivere per tutto.
Non voglio dimenticare niente, perché è importante comprendere le necessità quotidiane delle famiglie che soffrono di paralisi cerebrale, perché insieme saremo sempre più potenti.
Il mio consiglio per i miei fratelli e le mie sorelle nella sorte è:
non abbiate paura di comunicare con le persone come voi, vi aiuteranno ed abbattere insieme la tensione.
Non dobbiamo permettere che nella nostra casa si stabilisca definitivamente la disperazione.
Noi siamo forti e sappiamo come si può vivere con la fede e il sole negli occhi e nel cuore.
I nostri figli, fratelli o sorelle, quelli che aspettano le nostre cure, di cui hanno bisogno, aspettano anche il nostro miglior sorriso, una battuta o una storia allegra.
Mai dovete dimenticare che, soprattutto per quello che è successo loro – noi siamo il loro universo!
Dobbiamo renderlo più confortevole e sopportabile possibile.
Ci sono famiglie in cui la paralisi cerebrale si è stabilita in modo permanente e sono di più i membri della famiglia colpiti.
Noi di solito nella nostra città ci conosciamo tra queste famiglie.
Hanno bisogno ed è imperativo aiutarli.
Noi, in buona salute, dobbiamo costantemente monitorare tutto il nuovo che viene fuori, farmaci, terapia fisica, programmi di esercizio, e scegliere ciò che è appropriato per i nostri cari, ma anche informare i nostri amici che anche loro hanno bisogno di questo sapere.
Voglio assicurare ai miei cari lettori che la vita in un’antica comunità cristiana, in cui tutti sono fratelli e sorelle, è il più vicino modello di comunicazione funzionante per le nostre famiglie non convenzionali...
Dobbiamo allontanare da noi malizia, invidia e diffidenza.
Cominciamo a vivere con l’aspirazione di lavorare e di virtù.
Nelle nostre famiglie sono vietati i brutti pensieri, del tipo che siamo poveri e che mancano i soldi, che domani sarà peggio di oggi, che domani sarà una brutta giornata...
Con gli anni abbiamo imparato a cercare e poi attraversare le strade solo davanti e in alto a noi, mai indietro.
Il lavoro di prendersi cura dei bambini “diversi” è diffe-
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