continua dalla posting 38
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annegata nelle lacrime.
Su Internet ho letto di una clinica ancora a Plovdiv, specializzata in operazioni al tendine di Achille che sta lavorando insieme con una clinica in Moldavia.
C’era un video di bambini piccoli che finalmente camminavano dopo l’intervento.
Questo era proprio meraviglioso!
Il problema è che non solo i piedi devono essere pronti, ma anche la testa. Ancora una volta le caratteristiche della malattia e il tempo corrono diversamente tra loro! Non serve solo l’operazione, la cosa più importante è che il nostro malato abbia la voglia di camminare. Se gambe e testa non sono coordinate, può essere controproducente.
Io non sono pronta per questo passo! Mia figlia infatti non può mantenere da sola il suo equilibrio.
Non posso accettare che dopo 38 anni а 40 potrà muovere i primi passi da sola. Può camminare anche un’ora “sottobraccio” con me o talvolta anche tenendo un solo dito, ma da sola non può stare in equilibrio perché non sta in piedi.
Quando aveva nove o dieci anni, era in grado di camminare da sola a 5-6 metri, ma è caduta più volte, rompendosi i denti davanti e non vuole provare più.
Entrambe le volte ero accanto a lei. Il problema è la paura che forse proviene da movimenti scoordinati, intorpidimento del corpo e il passo vacillante. Non è in grado di tornare in posizione verticale se non passa la paura, e dunque l’intorpidimento. La natura conosce il suo lavoro.
Una cosa è cadere se si è un bambino di un anno, un’altra quando si hanno 10 anni. La ponderazione è significativamente elevata, e quindi il trauma. Non bisogna smettere di trattare i nostri malati, sì, è vero, ma prima di anticipare ogni fase si deve necessariamente rispondere alle seguenti domande:
- Questo che ha aiutato il malato A, B o C, è adatto per i nostri malati?
- Potrebbe fare più male che bene?
Quello che dobbiamo fare oggi dovrebbe essere per oggi.
Domani è un nuovo giorno con nuove notizie e nuovi problemi. Perché sto scrivendo questo? Ancora e ancora: perché i nostri pazienti sono colpiti nella quarta dimensione, il tempo. Questo credo che tutti noi lo sappiamo bene... che il tempo scorre per loro in modo diverso. Un’altra definizione di paralisi cerebrale è ritardo nello sviluppo, infatti si sviluppa in una dimensione temporale diversa.
I dottori lo comprendono, lo sanno, lo imparano, lo usano, è per loro costante, una cosa finita per i nostri bambini angeli. Questo penso è la chiave per la diagnosi e il trattamento: come allineare il loro tempo con il nostro tempo.
Dove in qualsiasi parte delle cellule del cervello, nel cuore, agiscono, dove si dovrebbe localizzare il trattamento, come trattare la malattia per entrare in sintonia con il nostro tempo terrestre!
I metodi attuali per trattare la paralisi cerebrale sono le conseguenze del lento sviluppo, nessuno infatti vuole trattare le persone con paralisi cerebrale; il fattore tempo – per loro – passa diversamente dagli altri e non interessa. Sappiamo che oggi non può essere guarita, però i nostri bambini, insieme con noi – genitori, fratelli e sorelle – possono vivere la loro vita e noi dobbiamo fare di tutto per aiutarli a sviluppare il loro corridoio di tempo, quello che ha dato loro il destino.
Quando c’è bisogno di imparare qualcosa di nuovo, di provare ogni trattamento, i nuovi farmaci, le nuove attrezzature per l’esercizio fisico... per affrontare tutto ciò che vi.....
continua in posting 40
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annegata nelle lacrime.
Su Internet ho letto di una clinica ancora a Plovdiv, specializzata in operazioni al tendine di Achille che sta lavorando insieme con una clinica in Moldavia.
C’era un video di bambini piccoli che finalmente camminavano dopo l’intervento.
Questo era proprio meraviglioso!
Il problema è che non solo i piedi devono essere pronti, ma anche la testa. Ancora una volta le caratteristiche della malattia e il tempo corrono diversamente tra loro! Non serve solo l’operazione, la cosa più importante è che il nostro malato abbia la voglia di camminare. Se gambe e testa non sono coordinate, può essere controproducente.
Io non sono pronta per questo passo! Mia figlia infatti non può mantenere da sola il suo equilibrio.
Non posso accettare che dopo 38 anni а 40 potrà muovere i primi passi da sola. Può camminare anche un’ora “sottobraccio” con me o talvolta anche tenendo un solo dito, ma da sola non può stare in equilibrio perché non sta in piedi.
Quando aveva nove o dieci anni, era in grado di camminare da sola a 5-6 metri, ma è caduta più volte, rompendosi i denti davanti e non vuole provare più.
Entrambe le volte ero accanto a lei. Il problema è la paura che forse proviene da movimenti scoordinati, intorpidimento del corpo e il passo vacillante. Non è in grado di tornare in posizione verticale se non passa la paura, e dunque l’intorpidimento. La natura conosce il suo lavoro.
Una cosa è cadere se si è un bambino di un anno, un’altra quando si hanno 10 anni. La ponderazione è significativamente elevata, e quindi il trauma. Non bisogna smettere di trattare i nostri malati, sì, è vero, ma prima di anticipare ogni fase si deve necessariamente rispondere alle seguenti domande:
- Questo che ha aiutato il malato A, B o C, è adatto per i nostri malati?
- Potrebbe fare più male che bene?
Quello che dobbiamo fare oggi dovrebbe essere per oggi.
Domani è un nuovo giorno con nuove notizie e nuovi problemi. Perché sto scrivendo questo? Ancora e ancora: perché i nostri pazienti sono colpiti nella quarta dimensione, il tempo. Questo credo che tutti noi lo sappiamo bene... che il tempo scorre per loro in modo diverso. Un’altra definizione di paralisi cerebrale è ritardo nello sviluppo, infatti si sviluppa in una dimensione temporale diversa.
I dottori lo comprendono, lo sanno, lo imparano, lo usano, è per loro costante, una cosa finita per i nostri bambini angeli. Questo penso è la chiave per la diagnosi e il trattamento: come allineare il loro tempo con il nostro tempo.
Dove in qualsiasi parte delle cellule del cervello, nel cuore, agiscono, dove si dovrebbe localizzare il trattamento, come trattare la malattia per entrare in sintonia con il nostro tempo terrestre!
I metodi attuali per trattare la paralisi cerebrale sono le conseguenze del lento sviluppo, nessuno infatti vuole trattare le persone con paralisi cerebrale; il fattore tempo – per loro – passa diversamente dagli altri e non interessa. Sappiamo che oggi non può essere guarita, però i nostri bambini, insieme con noi – genitori, fratelli e sorelle – possono vivere la loro vita e noi dobbiamo fare di tutto per aiutarli a sviluppare il loro corridoio di tempo, quello che ha dato loro il destino.
Quando c’è bisogno di imparare qualcosa di nuovo, di provare ogni trattamento, i nuovi farmaci, le nuove attrezzature per l’esercizio fisico... per affrontare tutto ciò che vi.....
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