domenica 5 luglio 2020

32 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

dopo posting 31
.....
vivono con paura il mondo intorno, perché non possono fare niente come gli altri, perché non hanno le possibilità, perché in tanti casi non possono pensare normale, ecco perché in un loro posto privato si sentono meglio, sono più tranquilli e si lavora bene con loro; si sentono sicuri e protetti, che è vantaggioso per rafforzare la loro psiche fragile e vulnerabile. Sono i nostri angeli, non guariscono, ma la maggior parte, con un trattamento precoce, possono essere molto aiutati in fase di sviluppo. Tranquillità, sicurezza, assenza di paura: sono le medicine per sviluppare la loro psiche sensibile e rovinata. 
I nostri angeli non guariscono, non diventano sani, ma questo primo trattamento può fare molto per la loro vita futura. 
Se non cominciamo presto, in futuro perderanno funzionalità e movimenti di corpo, mani e gambe. Il sanatorio Quando nostra figlia aveva un anno e nove mesi, abbiamo deciso di portarla in sanatorio. 
Alcuni nostri amici, che avevano una figlia sei-sette anni più grande di lei, ci hanno consigliato di portarla in quello della città di Momin Prohod, dove la loro, con problemi alle gambe, viveva e studiava. Faceva trattamenti con acqua termale, massaggi e ginnastica. 
Avevano trovato in città, inoltre, amici chi aiutavano la bambina. 
La domenica la ospitavano per farla sentire più tranquilla, in famiglia. Abbiamo fatto tante visite e portato molti documenti. Abbiamo parlato numerose volte al telefono, per capire bene cosa ci aspettava come trattamento e cosa loro si aspettavano da noi e la bambina. 
Il sanatorio si trovava nella zona sud della Bulgaria, noi vivevamo in quella nord; abbiamo viaggiato quasi tutto il 47 giorno, arrivando nel pomeriggio. 
Abbiamo conosciuto gli amici dei nostri amici. Erano buoni e bravi e subito abbiamo fatto amicizie. 
Siamo rimasti a dormire da loro e al mattino eravamo in sanatorio. Ci aspettavano: erano tutti gentili, il luogo era pulito, c’era tanta acqua e le vasche brillavano. Le stanze dove erano i letti erano ancora più belle con le lenzuola bianche. Il salone per la ginnastica, per la fisioterapia... tutto mi era piaciuto. Se prima eravamo esitanti, adesso eravamo pronti per lasciare la bimba. 
Abbiamo salutato i nostri nuovi amici e siamo tornati a casa, ricordando che dopo due settimane saremmo tornati per vedere la bimba. Quelle due settimane passarono lentamente, come due secoli. Quando fummo vicini al sanatorio, sentimmo un urlo... che mi spaventò. Era la nostra bimba. 
Era da sola in camera da letto. La presi in braccio e subito è diventato tutto silenzio. Gli occhi erano gonfi... non so da quanto tempo stesse piangendo. Era dimagrita, sperai per i massaggi e la ginnastica. Da allora, tutte le settimane, il sabato e la domenica, andavamo e tornavamo. Ma era troppo lontano. La trovavamo sempre più dimagrita e ha cominciato a tremare. 
Sempre, quando eravamo vicini, la sentivamo piangere. Era tra maggio e giugno. In montagna, il pomeriggio era un po’ fresco e la trovavo sempre bagnata, raffreddata e sempre da sola in stanza da letto. I bambini più grandi, quelli che camminavano, erano sempre fuori, al sole, sul prato, con le infermiere. Giocavano e nessuno piangeva. 
Non l’ho trovata mai fuori con gli altri bambini. Non la prendevano in braccio, non la portavano con la carrozzina. 
Quello che mi faceva più male, però, era che la trovavo con i vestiti vecchi, senza bottoni, trasandata.
 Era uno schifo. 
Quando era arrivata, avevo portato due borse piene con vestiti nuovi, di tutte le qualità, ma l’armadio era vuoto, mai vi trovai i suoi vestiti. Alla mia ...


continua a posting  33

Nessun commento:

Posta un commento