lunedì 13 luglio 2020

102 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

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Ero piena di gioia vedendo che esisteva. 
Mi è tornata la forza e sono, attraverso le scale, salita al mio reparto. 
No lo so quanto tempo mi servì per raggiungere il pianerottolo tra il secondo e il terzo piano, decisi riposarmi e mi sono appoggiata un po’. Fuori dalla finestra, di fronte a me, ho visto che appariva una nuvola bianca. 
Era bianca come il latte, non direi che aveva fosforescenza, ma aveva un può luce. 
Mi sembrava, che non potesse guardare da altra parte. Fissavo solo questa nuvola strana. 
Lei si muoveva. 
È venuta davanti alla finestra, dopo ha attraversato i vetri ed è entrata dentro e si è messa vicino a me sul pianerottolo. 
Davanti ai miei occhi, la nuvola ha preso la forma di una figura femminile, coperta con un mantello dalla testa fino i piedi. 
Guardavo senza muovermi e mi chiedevo:
 «È vero questo che vedo con i miei occhi o è un sogno? Se allungo la mano, la tocco». 
Pensando in questo modo, ho sentito nella mia testa queste parole: 
«Non piangere! La bambina vivrà, ma in tutta la tua vita futura piangerei!». 
In quel preciso momento ho sentito uno strano calore che mi avvolgeva, o forse mi sono sbagliata... 
Dopo un po’, la nuvola di nuovo si è sollevata dal pianerottolo, ha attraversato i vetri ed è tornata fuori, sciogliendosi nell’aria. 
Non sentivo più quel bellissimo calore. Mi sentivo leggera e come nuova, chiedendomi che cosa fosse stato. 
Nel mio cervello è passato un altro pensiero: «Era la Madonna, la madre di Gesù Cristo!». Piano piano, quando ho trovato la forza, ho salito le scale fino all’ultimo piano e sono tornata nella mia stanza. 
Mi sono appoggiata al letto prima di sdraiarmi. Ho sentito qualcosa di caldo e ho visto scorrere qualcosa sotto la mia camicia da notte, che si è imbevuta fino ai piedi creando davanti due piccoli laghi. 
Sì, ero diventata madre! Mentalmente ho ringraziato la Madonna, la Santa Madre di Dio. In quel tempo non riuscivo a capire la grandezza di quello che era successo. 
Ognuno di noi sa dove si trova l’ospedale, dove si trovano l’ingresso principale e le ampie finestre delle scale. 
Là, tra quelle finestre, io ho visto la Madonna. Sempre, quando passo di là, mi fermo, faccio il segno della croce e invio una preghiera alla Madre di Dio, affinché protegga tutte le madri e i loro bambini. 
Penso che questo posto sia santo. 
Durante questi quarant’anni io non ho pianto più. 
Le lacrime le ho scambiate con la fede, il lavoro e l’amore. 

4) Prima che mia figlia compisse sei anni, nel sonno mi è stato detto che dovevo battezzarla, altrimenti sarebbe morta non battezzata. 
Il santo battesimo mi ha aiutato in un periodo difficile della sua vita, ecco cosa è accaduto. 
Mio marito a quel tempo era all’estero. Lavorava fuori perché ci servivano soldi per un trattamento a nostra figlia in Austria. 
Mio suocero da mesi era in ospedale. Mia suocera, io e la bambina eravamo sole nel gelido inverno. 
Come se non bastasse la paralisi cerebrale, arrivarono anche le crisi epilettiche, da dicembre fino a marzo quasi quotidianamente, con febbre. 
Entravamo e uscivamo dall’ospedale. 
Andavo a lavoro e i miei colleghi mi mostravano tutto il loro aiuto. 
La bambina era molto indebolita e non mangiava. 
Prendeva molte medicine, calmanti e antibiotici. Una domenica pomeriggio ero sdraiata con lei a letto. 
Ancora scottava tutta attaccata a me. Ho sentito una voce che mi parlava proprio nel cervello: «La tua bambina morirà, prendila e battezzala, perché se viene su in cielo, noi non la potremmo incontrare». 
Ho visto i miei più stretti parenti morti molto tempo prima tutti in fila che stendevano le mani. 
Mi erano molto affezionati, ma io non volevo vedere mia figlia tra loro. 
Mi sono sentita molto spaventata. 
In quel lontano 1982, non era così facile organizzare rapidamente un battesimo. Mia madre subito è arrivata per darmi una mano. 
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