lunedì 29 giugno 2020

PARALISI CEREBRALE CORAGGIO 4

In questo libro, invece, ve li voglio far conoscere. 
Voglio che li incontriate. 
Noi non siamo così pochi: madri e padri, fratelli e sorelle, parenti, medici e personale nelle case protette e nei ricoveri cerchiamo di aiutare e donare umanità e speranza, amore e conforto, a loro... diversi... con cuori di angeli. 
Per farvi capire con che occhi guardano i malati in Bulgaria, vi racconterò cosa è successo nella mia casa. 
Io vivo con i miei figli in Italia. 
Mi ha chiamato un parente, voleva che dessi una mano ad una persona che conosceva. I primi giorni abbiamo accettato che vivesse con noi. Siamo in contatto con la Bulgaria tramite Skype. 
Il secondo o terzo giorno, tornando a casa dal lavoro, ho sentito un urlo, sono entrata e la mia ospite parlava con sua figlia tramite Skype. Ho salutato la ragazza e sua madre che ridendo si è rivolta a me: «Mia figlia ha riso così tanto vedendo tua figlia che è venuto da ridere anche a me. Lei non ha mai visto bambini come lei. In Bulgaria bambini come tua figlia non ci sono». Le risate continuavano su tutti e due i lati di Skype a voce piena. 
Se avessi avuto ancora i nervi, avrei urlato; se avessi avuto ancora lacrime, avrei pianto ma dopo 35 anni di sofferenza, ho sentito che diventavo fredda e mi sentivo come pietra, come in quella vecchia leggenda... Piano, piano, mi è passato e nessuno ha visto il mio dolore. 
In Bulgaria ci sono bambini con paralisi cerebrale. Sono in tutto il mondo. 
Il mio libro lo scrivo per loro! 
Per dimostrare che essi sono cittadini come tutti gli altri! Hanno il diritto di vivere nelle loro case, di andare a scuola con i coetanei, di essere rispettati e amati. 
Vorrei aggiungere che la donna di cui ho raccontato ha ......

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