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aiuterà uno con l’altro, i genitori saranno sicuri che ci sarà qualcun altro che aiuterà il malato. Molto più complicato è quando è il primo bambino ad avere una paralisi cerebrale.
Tutti due genitori sono giovani e subito crollano in un profondo stress.
Fare o no un altro bambino?
E se succede la stessa cosa?
E se invece il bambino non arriva?
Così è successo con me.
Per dieci anni ho fatto tutti i possibili trattamenti e le cure che a quel tempo usava la medicina.
Del metodo della fecondazione in vitro si parlava solo come ipotesi per il futuro.
Dopo tutti quegli anni in cui non finivano mai terme, fango, punture, fisioterapia, ospedali, esami, prelievi ecc.,
i dottori mi hanno detto che ero già anziana.
Avevo 36 anni.
Adesso le donne partoriscono anche a 45 anni o a 53 anni, ma allora era così.
Il tempo, quarta dimensione nella nostra vita, non è constante, cambia.
In quei dieci anni, nessuno mi ha dato una risposta alla domanda perché non posso avere un altro bambino?
Ci sono migliaia modi per incolpare noi stessi o incolpare gli altri per la nostra sfortuna!
Dopo tanti anni penso che l’unico modo sbagliato è quello di umiliare qualcuno!
Tutto ciò che dobbiamo passare nella vita terrena, purtroppo, lo abbiamo scritto sulla nostra “fronte”.
Non possiamo sfuggire al nostro destino. Dopo dieci anni trascorsi tra vessazioni e il vagare per ospedali, ho deciso che ero impotente contro il destino e mi è rimasto il dolore.
Lavoravo, curavo mia figlia e mio marito.
Ho cominciato a studiare per la seconda laurea, come si diceva allora.
Adesso, proprio qui, vi do il mio consiglio e ringrazio tutti coloro che vogliono ascoltare! Voglio solo aiutare!
Le seguenti righe le scrivo non solo per le famiglie con un primo figlio nato con paralisi cerebrale,
ma per tutte le famiglie
senza figli:
se non potete avere un vostro bambino, e volete salvare la famiglia, adottate un bambino o più bambini!
Prendetelo come un normale atto umano!
L’ho scritto abbastanza facile.
Basta, non mi chiedete quanti giorni e notti mi sono serviti per accettarlo.
Quando abbiamo capito che non potevamo avere un altro bambino, abbiamo deciso di adottare.
Non potete immaginare quanti ostacoli abbiamo dovuto superare.
In un altro capitolo racconto come abbiamo trovato il nostro secondo bambino, nove anni più piccolo di sua sorella.
Scrivo queste righe con cuore pieno di amore e fede:
abbiamo fatto quello che voleva da noi Madre Natura.
Quando è venuto a vivere con noi il piccolo fratellino, il sole è disceso dal cielo e si unito con noi.
Gioia, amore, emozioni, speranze, lavoro... piena felicità umana!
La maggior parte si mostravano nei sorrisi e nella luce degli occhi dei bambini.
Non esitate: più figli significa più progresso sicuro per un bambino con paralisi cerebrale.
I nostri malati, infatti, dovrebbero avere un’atmosfera familiare ideale che li aiuti in fase di sviluppo.
Noi, con questo grave problema, ogni tanto ci chiediamo: sappiamo come vivere con dignità il tempo che è designato per noi qui sulla Terra? Perché il destino è peggiore se non abbiamo una fortezza materiale e spirituale in cui ci sentiamo sicuri!
La risposta comunque è sì, la famiglia è la nostra fortezza, materiale e spirituale.
Inserisco le seguenti conoscenze che mi aiutano ad avere spirito forte, equilibrato e pieno di energia, solo così posso lavorare con dedizione e riuscire a fare tutto ciò che è necessario prendendomi cura di mia figlia e della mia famiglia.
Io vi consiglio di applicare queste mie conoscenze in modo enormemente facile,
poiché in esse scorre la mia vita
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aiuterà uno con l’altro, i genitori saranno sicuri che ci sarà qualcun altro che aiuterà il malato. Molto più complicato è quando è il primo bambino ad avere una paralisi cerebrale.
Tutti due genitori sono giovani e subito crollano in un profondo stress.
Fare o no un altro bambino?
E se succede la stessa cosa?
E se invece il bambino non arriva?
Così è successo con me.
Per dieci anni ho fatto tutti i possibili trattamenti e le cure che a quel tempo usava la medicina.
Del metodo della fecondazione in vitro si parlava solo come ipotesi per il futuro.
Dopo tutti quegli anni in cui non finivano mai terme, fango, punture, fisioterapia, ospedali, esami, prelievi ecc.,
i dottori mi hanno detto che ero già anziana.
Avevo 36 anni.
Adesso le donne partoriscono anche a 45 anni o a 53 anni, ma allora era così.
Il tempo, quarta dimensione nella nostra vita, non è constante, cambia.
In quei dieci anni, nessuno mi ha dato una risposta alla domanda perché non posso avere un altro bambino?
Ci sono migliaia modi per incolpare noi stessi o incolpare gli altri per la nostra sfortuna!
Dopo tanti anni penso che l’unico modo sbagliato è quello di umiliare qualcuno!
Tutto ciò che dobbiamo passare nella vita terrena, purtroppo, lo abbiamo scritto sulla nostra “fronte”.
Non possiamo sfuggire al nostro destino. Dopo dieci anni trascorsi tra vessazioni e il vagare per ospedali, ho deciso che ero impotente contro il destino e mi è rimasto il dolore.
Lavoravo, curavo mia figlia e mio marito.
Ho cominciato a studiare per la seconda laurea, come si diceva allora.
Adesso, proprio qui, vi do il mio consiglio e ringrazio tutti coloro che vogliono ascoltare! Voglio solo aiutare!
Le seguenti righe le scrivo non solo per le famiglie con un primo figlio nato con paralisi cerebrale,
ma per tutte le famiglie
senza figli:
se non potete avere un vostro bambino, e volete salvare la famiglia, adottate un bambino o più bambini!
Prendetelo come un normale atto umano!
L’ho scritto abbastanza facile.
Basta, non mi chiedete quanti giorni e notti mi sono serviti per accettarlo.
Quando abbiamo capito che non potevamo avere un altro bambino, abbiamo deciso di adottare.
Non potete immaginare quanti ostacoli abbiamo dovuto superare.
In un altro capitolo racconto come abbiamo trovato il nostro secondo bambino, nove anni più piccolo di sua sorella.
Scrivo queste righe con cuore pieno di amore e fede:
abbiamo fatto quello che voleva da noi Madre Natura.
Quando è venuto a vivere con noi il piccolo fratellino, il sole è disceso dal cielo e si unito con noi.
Gioia, amore, emozioni, speranze, lavoro... piena felicità umana!
La maggior parte si mostravano nei sorrisi e nella luce degli occhi dei bambini.
Non esitate: più figli significa più progresso sicuro per un bambino con paralisi cerebrale.
I nostri malati, infatti, dovrebbero avere un’atmosfera familiare ideale che li aiuti in fase di sviluppo.
Noi, con questo grave problema, ogni tanto ci chiediamo: sappiamo come vivere con dignità il tempo che è designato per noi qui sulla Terra? Perché il destino è peggiore se non abbiamo una fortezza materiale e spirituale in cui ci sentiamo sicuri!
La risposta comunque è sì, la famiglia è la nostra fortezza, materiale e spirituale.
Inserisco le seguenti conoscenze che mi aiutano ad avere spirito forte, equilibrato e pieno di energia, solo così posso lavorare con dedizione e riuscire a fare tutto ciò che è necessario prendendomi cura di mia figlia e della mia famiglia.
Io vi consiglio di applicare queste mie conoscenze in modo enormemente facile,
poiché in esse scorre la mia vita
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