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vogliono bene a modo loro, un modo diverso e splendido.
Al contrario si sentono sfortunati.
Questa è la cosa più importante per loro, più del cibo e dell’acqua!
Mia figlia – tutto il giorno, tutto il tempo, tutti i minuti – dà amore, che noi ogni tanto non riusciamo a prendere, dovendo andare avanti e indietro di fretta tra problemi, lavoro, spese ecc. e gli esempi sono innumerevoli.
E ancora, non solo dona affetto, ma mostra infinita compassione quando suo fratello sorride, quando vengono in visita amici o parlandoci, ridendo con un amico o una amica su Skype.
Lei sta accanto a lui ed è felice.
Concludo... non solo per le nostre famiglie che soffrono di paralisi cerebrale, ma anche per le famiglie normale – sane e felici – amate ma cercate sempre anche di prendere amore da quelli che vi amano, così come possono! Noi umani siamo diversi, il nostro amore è diverso! Dobbiamo imparare a prendere l’amore, quando ce lo danno, così la nostra felicità non sarà mai in dubbio.
Penso che i bambini abbandonati nei ricoveri se ne vanno piccoli da questo mondo per mancanza di amore!
Di nuovo e di nuovo dunque il mio appello: vogliate bene a questi angeli e prendetevi cura con i vostri cuori del loro amore!
Comunicazione con i nostri malati Lo sapete, con il cervello e con il cuore, che loro non sono proprio malati, loro sono proprio diversi.
Questo è il nostro motivo per stare così vicino a loro, con il nostro spirito e il nostro cuore.
Noi siamo quelli che dovrebbero capirlo bene, meglio degli altri.
Quando parliamo con loro, quando vogliamo dire loro di fare qualcosa, devi sapere che è possibile che loro in quel momento capiscano, ma dipende da quanto saranno stimolati e reagiranno in modo diverso nel tempo.
Per questo motivo dobbiamo cercare di capirli e stare accanto a loro, aspettando con calma.
Ne serve di tempo per correggere i nostri sentieri con loro.
Con il tempo, infatti, loro vanno avanti, cominciano più velocemente a capire e a reagire, e siccome sono capaci di sviluppo, come si arrabbiano quando noi rimaniamo con abitudini vecchie, si arrabbiano subito e diventano nervosi, anche un po’ aggressivi. Tutti noi con figli malati abbiamo avuto questi problemi ed esempi ne possiamo dare da soli. Questo è il momento giusto per descrivere come, con il tempo, loro cominciano a sentirsi “più su” di tutta la famiglia, con privilegi davanti a tutti! Viene un momento in cui con spiegazioni, abbracci, carezze e amore dobbiamo spiegare, e loro devono capire, che anche noi abbiamo bisogno di riposare, di tempo per noi stessi, per dire che ne abbiamo bisogno solo per noi.
Nella nostra famiglia i discorsi con mia figlia li facciamo come se parlassimo ad una bambina di cinque-sei anni. Un altro problema, che le fa male, è che si sente in grado di aiutare in cucina, a stirare, a pulire, le mani, però, hanno paralisi e non può fare niente bene: in quei momenti si sente male e sfortunata. Mio consiglio: non lasciate i vostri figli con paralisi cerebrale senza qualcosa da fare tutti i giorni, devono passare il giorno; se non può aiutare la mamma, lo fa papà, i fratelli, le sorelle, i nonni. Loro hanno bisogno di condividere. Hanno bisogna sempre di capire cosa fanno, che sono bravi, che possono di più, che sono la vostra dignità, il vostro orgoglio... perché oggi ha fatto una cosa buona, ha imparato un nuovo gesto, ha trovato un amico e altro ancora.
Tutti i giorni hanno bisogno che gli dimostriamo come sono bravi e come molto noi gli vogliamo bene.
La loro psiche è diversa dalla nostra, si rovina subito. Dovete stare attenti! Per loro ........
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vogliono bene a modo loro, un modo diverso e splendido.
Al contrario si sentono sfortunati.
Questa è la cosa più importante per loro, più del cibo e dell’acqua!
Mia figlia – tutto il giorno, tutto il tempo, tutti i minuti – dà amore, che noi ogni tanto non riusciamo a prendere, dovendo andare avanti e indietro di fretta tra problemi, lavoro, spese ecc. e gli esempi sono innumerevoli.
E ancora, non solo dona affetto, ma mostra infinita compassione quando suo fratello sorride, quando vengono in visita amici o parlandoci, ridendo con un amico o una amica su Skype.
Lei sta accanto a lui ed è felice.
Concludo... non solo per le nostre famiglie che soffrono di paralisi cerebrale, ma anche per le famiglie normale – sane e felici – amate ma cercate sempre anche di prendere amore da quelli che vi amano, così come possono! Noi umani siamo diversi, il nostro amore è diverso! Dobbiamo imparare a prendere l’amore, quando ce lo danno, così la nostra felicità non sarà mai in dubbio.
Penso che i bambini abbandonati nei ricoveri se ne vanno piccoli da questo mondo per mancanza di amore!
Di nuovo e di nuovo dunque il mio appello: vogliate bene a questi angeli e prendetevi cura con i vostri cuori del loro amore!
Comunicazione con i nostri malati Lo sapete, con il cervello e con il cuore, che loro non sono proprio malati, loro sono proprio diversi.
Questo è il nostro motivo per stare così vicino a loro, con il nostro spirito e il nostro cuore.
Noi siamo quelli che dovrebbero capirlo bene, meglio degli altri.
Quando parliamo con loro, quando vogliamo dire loro di fare qualcosa, devi sapere che è possibile che loro in quel momento capiscano, ma dipende da quanto saranno stimolati e reagiranno in modo diverso nel tempo.
Per questo motivo dobbiamo cercare di capirli e stare accanto a loro, aspettando con calma.
Ne serve di tempo per correggere i nostri sentieri con loro.
Con il tempo, infatti, loro vanno avanti, cominciano più velocemente a capire e a reagire, e siccome sono capaci di sviluppo, come si arrabbiano quando noi rimaniamo con abitudini vecchie, si arrabbiano subito e diventano nervosi, anche un po’ aggressivi. Tutti noi con figli malati abbiamo avuto questi problemi ed esempi ne possiamo dare da soli. Questo è il momento giusto per descrivere come, con il tempo, loro cominciano a sentirsi “più su” di tutta la famiglia, con privilegi davanti a tutti! Viene un momento in cui con spiegazioni, abbracci, carezze e amore dobbiamo spiegare, e loro devono capire, che anche noi abbiamo bisogno di riposare, di tempo per noi stessi, per dire che ne abbiamo bisogno solo per noi.
Nella nostra famiglia i discorsi con mia figlia li facciamo come se parlassimo ad una bambina di cinque-sei anni. Un altro problema, che le fa male, è che si sente in grado di aiutare in cucina, a stirare, a pulire, le mani, però, hanno paralisi e non può fare niente bene: in quei momenti si sente male e sfortunata. Mio consiglio: non lasciate i vostri figli con paralisi cerebrale senza qualcosa da fare tutti i giorni, devono passare il giorno; se non può aiutare la mamma, lo fa papà, i fratelli, le sorelle, i nonni. Loro hanno bisogno di condividere. Hanno bisogna sempre di capire cosa fanno, che sono bravi, che possono di più, che sono la vostra dignità, il vostro orgoglio... perché oggi ha fatto una cosa buona, ha imparato un nuovo gesto, ha trovato un amico e altro ancora.
Tutti i giorni hanno bisogno che gli dimostriamo come sono bravi e come molto noi gli vogliamo bene.
La loro psiche è diversa dalla nostra, si rovina subito. Dovete stare attenti! Per loro ........
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