mercoledì 1 luglio 2020

26 PARALISI CEREBRALE CORAGGIO

continua da 25....
...Terra non succederebbe mai. 
Nel 1986, quando hanno iniziato a soffiare venti di cambiamento nei paesi dell’Est, una cassiera della ditta dove lavoravo mi ha chiamato e mi ha detto che per i bambini come il mio era uscita una legge che prevedeva il pagamento del doppio della quantità di assegni per i figli. Questo valeva dunque anche per me, mi avrebbe pagato di più se avessi presentato un documento che attestava che mia figlia soffriva di paralisi cerebrale. 
Sono andata con la cartella clinica dalla pediatra della città dove abitavo. 
Rigirando i documenti tra le mani, mi ha detto che quella diagnosi nella cartella medica non c’era, che senza un documento ufficiale non si poteva fare nulla, che serviva la diagnosi di un neurologo pediatrico infantile, mi ha dato un nome e mi ha invitato a farmi fare una diagnosi da lui. 
Voi come avreste reagito? Era assurdo, incredibile, inquietante, o come volete! Dieci anni e cinque mesi per avere una diagnosi precisa, ora avevo bisogno di altri documenti per avere questi aiuti che mi spettavano di diritto, e in più dovermi portare appresso l’etichetta di “gravidanza patologica”... dove erano ora i medici che mi avevano visto e che non avevano visto nulla di patologico?? 
Signore, ti prego, aiuta i nostri angeli! Che altro potrei scrivere? 
Ora, dopo tanti anni, vivo con un unico pensiero: come posso aiutare i miei fratelli e le mie sorelle di destino nella parte di vita che mi rimane qui sulla Terra? 
Fino al 1986, quando incominciarono i primi veri cambiamenti sociali, di paralisi celebrale non si parlava, come se non esistesse... 
La verità è che io non ho avuto problemi durante la gravidanza... è stata un’altra bugia affinché nessun dottore passasse dei guai.

continua a 27.....

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